Nick Drake, la kalporzgrafia

Nick Drake è rimasto a lungo il segreto meglio custodito della musica inglese.
Il suo nome è rimasto nell’aria, spuntando di tanto in tanto, ma senza veramente uscire dall’oscurità in cui era sempre vissuto. Senza che avessero mai raggiunto il successo in precedenza, i suoi dischi sono sopravvissuti al tempo, fino a venire riscoperti da una generazione di musicisti alla ricerca delle radici del proprio malessere e della propria malinconia.
Come successo con Belle&Sebastian, tra i primi a rifarsi a Nick Drake, che hanno costruito un proprio mondo parallelo a quello dell’artista inglese, un mondo dolce amaro, popolato da personaggi che sognano altri posti e altre possibilità.
Allo stesso modo la poesia racchiusa nei brani di Drake è stata fonte di ispirazione per diversi musicisti, dai R.E.M. di “Automatic For The People” ai Mojave 3, da Elliott Smith fino ai Coldplay.
Nato in Birmania nel 1948, Nick Drake cresce e registra i suoi dischi nel clima britannico dei tardi sessanta, in cui emerge la ricerca delle radici folk e si affermano Fairport Convention, Donovan e John Martin. Lui è un passo più in là, appassionato di blues e Bob Dylan, così come della poesia simbolista francese e del romanticismo inglese.
Il tutto sfocia in quel senso di malinconia che percorre tutta la sua opera, una musica che parte dal folk per incontrare le orchestrazioni, il rock e il jazz, un po’ come accade nello stesso periodo a Van Morrison.
Detto questo, sono le canzoni di Nick a renderlo imprescindibile. E’ difficile trovare un’artista in cui le canzoni riescano a esprimere con tanta forza i sentimenti provati. L’intensità della scrittura e delle interpretazioni è il piccolo segreto che permette a queste canzoni di vivere fuori dal loro tempo e suonare attuali e fresche anche oggi.
A partire dal 1969, Nick Drake fu autore di tre dischi segnati dalla stessa bellezza e dallo stesso immancabile insuccesso.
I motivi furono molteplici, ma sicuramente l’idiosincrasia di Nick verso i concerti e le interviste e la sua ritrosia a concedersi al mondo dello spettacolo costituirono un grosso ostacolo per la sua affermazione. L’accoglienza fredda riservata ai propri lavori influì negativamente sul musicista inglese e sul suo umore e tuttavia è impossibile, stabilire se questa fu la causa della depressione che lo afflisse negli ultimi anni di vita.
Il 26 novembre del 1974 nella casa dei propri genitori morì a causa di una dose eccessiva di antidepressivi.
Non è ancora chiaro se si sia trattato di suicidio o, come sostengono i familiari, di un incidente e forse rimarrà un mistero per sempre.
Ma questa è un’altra storia. Sono la musica, la voce e le canzoni a rendere indimenticabile Nick Drake.

Discografia e Recensioni

Time Of No Reply (raccolta inediti, Island, 1986)
Fruit Tree – The Complete Recorded Works (Island, 1979)
Pink Moon (Island, 1972)
Bryter Layter (Island, 1970)
Five Leaves Left (Island, 1969)

Extras

“Le provenienze dell’amore”, un libro su Nick Drake

[#tbt] Cinquanta anni dall’arrivo della luna rosa