NICK DRAKE, Bryter Layter (Island, 1970)

L’insuccesso commerciale dell’esordio “Five Leaves Left”, a dispetto della qualità eccellente del disco, spinse Nick Drake a cambiare direzione. Un anno dopo, nel 1970, aiutato ancora una volta dalla produzione di Joe Boyd e dagli arrangiamenti orchestrali di Robert Kirby, i brani hanno una veste più ricca e levigata e il lavoro è meno aspro del precedente.
Tutto questo avviene attraverso una strumentazione più vasta: oltre alle chitarre e agli archi, fiati, organo e viola, e uno stuolo di musicisti che comprende anche l’ormai ex-Velvet Underground John Cale.
Il risultato è sorprendente perché le canzoni di Nick Drake conservano intatta la loro grazia e la loro intensità.
Rimangono la malinconia, la poesia profonda dell’artista inglese. A dimostrazione di tutto questo “Northern Sky”, assolutamente una delle più belle canzoni che vi possa capitare di ascoltare, il suono luminoso di organo e chitarre, una canzone tersa come un cielo estivo.
Nel disco aperto e chiuso da due suggestivi strumentali, compaiono brani vicini a “Five Leaves Left”, la fragile “Hazey Jane I” e la splendida “One Of These Tings First”, e momenti differenti come la malinconia di sapore jazz di “At the Chime Of the City Clock”, impreziosita da uno splendido sassofono.
Più di ogni altra cosa valgono forse le parole del produttore del disco, Joe Boyd, nella sua lunga carriera collaboratore tra gli altri di Fairport Convention, Richard Thompson e R.E.M ( in “Fabels Of Reconstructions”), che a proposito di “Bryter Layter” dichiarò di considerarlo un disco perfetto. E, aggiungiamo noi, un’altra collezione di canzoni imperdibili.

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