PAOLO CONTE, Tournée 2 (2 CD, live, CGD East West, 1998)

A chi ha la fortuna e l’onore di assistere ad un concerto di Paolo Conte capita di serbare queste fugaci due ore di vita tra i ricordi più cari ed indimenticabili. Molti, fra i quali me stesso, tentano di ricercare queste emozioni…ricercando il cantautore piemontese nel suo peregrinare tra un teatro e l’altro. Il bello è che quando l’evento si ripete, la magia rimane incredibilmente intatta, smentendo per una volta la teoria (e la pratica) delle minestre riscaldate. Il cordone ombelicale che si crea tra l’anonimo ascoltatore e l’artista è fatto di acciaio, è indissolubile. Ritorna in mente una frase-sentenza di Annie Girardot, grande attrice francese nonché ammiratrice e collaboratrice di Conte in “Razmataz”: “…Paolo Conte è un uomo infinito…”. Questa definizione descrive in modo netto ed inequivocabile una sensazione che credo pervada la maggioranza dei fans dell’artista astigiano; la sua è una personalità in continuo movimento e che gioca a stupire il pubblico e forse anche sé stesso. La sua capacità di rivitalizzare e valorizzare ogni singola nota, vecchia o nuova che sia, è unica.

Ecco, se qualcuno mai si fosse chiesto il perché di tutta questa produzione live (“Tournée 2” è il quarto album dal vivo in tredici anni), la risposta è in quella frase di Annie, la descrizione di un geniale e discreto ammaliatore che per sua natura non finisce mai di stupire. Un perfetto esempio di vecchio standard che colpisce al cuore come mai prima è “Luna di marmellata”. Inserita nel secondo album solista del 1975, essa non brillava particolarmente nell’economia di un disco pieno di classici; ebbene, la versione di “Tournée 2” è eccezionale, con un pathos sconosciuto, molto più interpretata nei risvolti dolceamaro-nostalgici. Viste persone col viso rigato di lacrime. Inoltre, Conte ci offre anche alcuni inediti, tutti per un verso o per l’altro, bellissimi. L’anima jazz viene sempre più fuori in pezzi come “Swing”, “Legendary” e “Irresistible”, con una tendenza spiccata a preferire gli strumentali da Big Band. La curiosa “Nottegiorno” chiude il CD 1, mentre quello 2 ha in serbo un finale strepitoso, “Roba di Amilcare”. Presentata al Premio Tenco 1997, essa è un’accorata dedica al fondatore di questa ambita rassegna, canzone alla vecchia maniera, voce e piano. Gli applausi finali sono autentiche e commosse ovazioni. Alle quali noi ci uniamo, devoti.

Proprio da “Luna di marmellata”: “Luna di marmellata per noi due che abbiamo casa e figli tutti e due, ma abbiam sorriso senza alcun pudore all’idea di un ultimo amore…

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