Un potente collage di melodie catchy cantate da una voce magnetica, batterie serrate, bassi pieni di groove, chitarre distorte e flow in extrabeat. “POP ART” è l’EP di debutto di Charles Muda, un concept album che riattualizza quel movimento artistico che ha raccontato meglio la società di massa. È la visione artistica di un giovane 22enne fatta di musica, immagini e marketing creativo da cui emerge un profilo unico nella nuova scena italiana. A ogni canzone è stata associata un’icona di quegli anni e una sua frase memorabile: Bob Dylan, Edie Sedwick, Andy Warhol, Judy Garland, Paul Newman, Elvis Presley. Charles Muda alla fine di ogni traccia, cita questi divi per raccontare al meglio la sua voglia di riscatto, il “materialismo sfacciato dei nostri giorni convertito in dollari e pesos, l’ansia e la paranoia dovuta ai ritmi frenetici della città, le difficoltà ad amare qualcuno. A questo si aggiungono un’esplosione di colori e immagini evocative che riadattano la Pop Art al linguaggio della comunicazione contemporanea. Pop Art è un lavoro con pochi metri di paragone per originalità e varietà di spunti”.
Carlo Barboni, vero nome del classe 1998 cresciuto a Monteverde, ne ha curato la composizione, la produzione (insieme a Mattia “Fettina” Castagna, già produttore di Carl Brave), dimostrando di avere un grandissimo potenziale.
In occasione dell’uscita dell’EP, venerdì 17 luglio su The Orchard, il talentuoso Charles Muda ci ha raccontato track-by-track il suo esordio.
Tutta Pubblicità
In Tutta Pubblicità ci ho racchiuso il mio desiderio di evadere da una situazione lavorativa (nel mondo della pubblicità) che rischiava di schiacciarmi.
La batteria così frenetica scandisce la mia voglia di scappare dal lavoro per rincorrere il sogno della musica. Alla fine della canzone, la frase di Andy Warhol, nella sua perfezione, da’ un senso di giustizia e di equilibrio sociale, anche se il mondo del lavoro è tutta un’altra cosa purtroppo. E poi la pubblicità è costantemente intorno a noi: qualsiasi cosa facciamo, ovunque andiamo, qualsiasi cosa ci mettiamo addosso: è tutta pubblicità.
Com’Eri
Com’Eri è invece la traccia più dolce, forse un pò indie, ma me le etichette mi piacciono solo quando le puoi strappare!
E poi non mi sento assolutamente Indie.
Ci racconto la mia infanzia, mia mamma, parlo anche del futuro, sperando in giornate migliori. Nel ritornello sogno una ragazza che ancora non sono riuscito a incontrare.
A questa canzone ho associato Judy Garland, un personaggio magnetico, di grandissimo fascino che anche se non lo sappiamo, la conosciamo tutti.