JMSN, Biko Club, Milano, 21 ottobre 2016

jmsn_1
Venerdì 21 Ottobre sono andata a sentire quel bel ragazzo di JMSN, nome d’arte dell’americano Christian Berishaj (chissà perchè questa gioventù è così contraria alle vocali) al Biko e ho buttato giù un po’ di impressioni scritte e fotografiche sulla performance.

In apertura l’italiana CRLN (ecco, che v’avevo detto?), promettente giovincella classe ’93, dalla voce soave tra indie-pop, soul e echi alla The XX. Oltre ai brani tratti dal suo EP di debutto, nel finale ci delizia con due cover, l’ormai classico contemporaneo “No Diggity”, ritornato prepotentemente in auge grazie alla versione di Chet Faker (pardon, Nick Murphy) e in chiusura una cover di uno dei miei pezzi preferiti nella storia, “This Is How We Walk On The Moon” di Arthur Russel. Brava ragazza.

crln

Ma veniamo al nocciolo. La temperatura del locale comincia a salire, la quota femminile che ha ben noto il personaggio è in chiara fibrillazione e lui non si fa aspettare troppo a lungo. Christian si presenta in completo bianco con canottiera molto 2000’s, rasatura con ideogrammi tatuati annessa.
Si parte con “Waves”, pezzo tratto dall’album JMSN del 2014, il brano giusto per scaldare l’atmosfera con un battito di mani.
Ma le musichine sexy sono dietro l’angolo e il secondo brano è infatti “Most Of All”, dal nuovo album “It Is”, lungo elenco di desideri rimasti insoddisfatti dopo una separazione con un furbetto accento sull’aspetto sessuale.
Le fan cominciano ad ondeggiare, fanno video e lo guardardano sostanzialmente come se volessero divorarlo. E’ difficile inquadrare il personaggio. È sicuramente conscio del suo fascino ma non definirei la sua attitudine verso il pubblico meramente languida, gli piace scherzare, gioca con i suoi musicisti e soprattutto balla, balla moltissimo, come nei videoclip che in diversi casi è stato lui stesso a dirigere. È come se fosse uno strano incrocio tra Jay Kay, Daniel Powter e James Blake: non riesco a dargli una forma definita. Perché poi altrettanto indefiniti sono i registri del suo repertorio musicale. Subito dopo Most of all si passa infatti agli arrangiamenti reggae di “Hipnoticed”, e il pubblico balla di buon grado.

jmsn_3

Ma la 2000’s mania è dietro l’angolo e Christian regala al pubblico un’intesa versione di “Addicted”, un pezzo pop vecchio stile dal ritornello super catchy che la folla sembra gradire molto. La temperatura torna a rialzarsi con “Affection”, pezzo prodotto da Sango a cui JMSN ha prestato la voce. Poi un decisa virata verso il funk con il nuovo pezzo “Funk Outta Here” dilatato in una godibilissima jam che da l’idea di essere davvero molto divertente anche dall’interno: un sentore di Stevie Wonder avvolge l’ambiente. L’atmosfera si fa ancora più intima con “Cruel Intentions”, il brano più noto del nuovo disco e sicuramente uno dei più apprezzati dal pubblico. È chiaramente percepibile la facilità con la quale JMSN si presta al cantato, sempre fluido, a suo agio, anche quando, come in questo caso, i contenuti non siano leggeri: il testo della è una richiesta di attenzione dalla partner ormai distante da lui dopo gli errori commessi in passato.
A fine spettacolo, una volta rientrato sul palco, JMSN ci regala una gioiosa versione di “Bout It”, proprio come in quel simpatico videoclip, girato quando era ancora capellone gesucristeggiante: il musicista si abbandona alla sua creatività coreografica e ci lascia con una bella carica di buon umore.

jmsn_2

Quello che rimane di questo live è sicuramente una sensazione di benessere generale nel pubblico che lo ha seguito con entusiasmo durante tutta la performance. A volte, al di là della consapevolezza che il buon Christian sia decisamente bravo nel suo mestiere, ma forse non particolarmente innovativo, se ne apprezza l’entusiasmo con il quale si relaziona ai fan e la complicità che condivide con i suoi musicisti. Un live bello, con un protagonista carismatico ma non per questo ingombrante.

jmsn_4

Le foto del live sono scattate da Giulia Scomazzon