Honeybird and The Birdies, Bar Wolf, Bologna, 21 marzo 2013

395356_10151253288892028_1893774664_nAl bar Wolf di Bologna inizia al meglio la primavera a suon di Honeybird and The Birdies, freschi di convocazione al Primavera Sound 2013 di Barcellona. Candele colorate d’atmosfera, luci spente ed ecco in scena l’eclettico trio italo-americano. Partono forti con il crossover rock-hip hop (e un po’ Red Hot Chili Peppers d’annata) di “Where d’ya live yo” e gli umori noisy e psichedelici di “You should reproduce”, con la chitarra elettrica di Monique che da tagliente si fa liquida e tormentata in uno stile che mi ha ricordato l’immortale Jeff Buckley.

La stessa leader è molto toccante quando spiega la triste storia dietro a “Perejil”, genocidio ai danni di trentamila haitiani ordinato dal presidente dominicano Trujillo nel 1937. Chiama così il pubblico presente al raccoglimento dell’energia positiva per creare “un loop sacro che possa riscattare questa gente innocente”. Il pezzo che ne segue è ovviamente meraviglioso, pensate di ascoltare dei Low in acustico che lasciano improvvisamente spazio ad un groove memore dei Talking Heads.

L’intreccio di voci in una melodia catchy ma comunque originale impreziosisce tutti i pezzi degli Honeybird. Come i Vadoimessico, musicalmente i nostri sanno portarti in un’altra dimensione spazio-temporale e creare trascinanti gioiellini indie quali i singoli “East village” e “To the earth’s core”, accolti con grande entusiasmo. Altri apici del set? Sicuramente “Canopy dream”, un sogno bucolico in musica sulla scia dei Jethro Tull e più recentemente Patrick Wolf, nonché la più vecchia “Don’t trust the butcher”, tutta tempi dispari, schizofrenia e nonsense.

Nel bis “Eine Kalte Geschicte”, bella commistione di no-wave e charango (con ukulele e cajon a rappresentare il lato world della band) e la frizzante cover di “Bat Macumba” di Caetano Veloso a chiudere il tutto. Maturi e pronti a stupire anche all’estero – nascondiamoci nella loro valigia! Da non perdere.

(Matteo Maioli)

27 marzo 2013

foto di Jonathan Santoro

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