THE BRAKES, The Beatific Visions (Rough Trade, 2006)

Per chi avesse ignorato l’album d’esordio dell’anno scorso “Give Blood”, i Brakes sono una superband di Brighton attiva da una manciata d’anni. Eamon Hamilton (ex tastierista-soldatino tamburaio dei British Sea Power), Tom & Alex White (Electric Soft Parade) e Marc Beatty (The Tenderfoot) si sono affermati con un disco diretto e scanzonato. Sedici pezzi per neanche mezz’ora di musica e una durata media a canzone che non arriva ai due minuti. Il classico disco da macchina e da ascolti disimpegnati che presenta, come loro stessi hanno affermato, pezzi spesso nati da pomeriggi di scazzo. Nonostante ciò, la Rough Trade lo ha votato come miglior disco del 2005 sul proprio sito e tracce come “All Night Disco Party” e “Ring A Ding Ding” sono state hits estive di successo. Buona la prima.

Questo nuovo capitolo regala diverse conferme. Una su tutte, la voglia di divertirsi, prima ancora di divertire, nello scrivere canzoni smaccatamente easy listening con schitarrate garage e powerpop (vedi “Cease And Desist” e “Hold Me In The River”). La title track è Weezer allo stato puro, “Porcupine Or Pineapple” ripresenta la vena più cazzona della band mentre non mancano neanche qui le divagazioni country-sixties rappresentate da “On Your Side” e “If I Should Die Tonight”. Le ballatone “Mobile Communication”, “Isobel” e “No Return” rendono il disco vario e altrettanto fresco. La forza dei Brakes sta nel non tirare mai un pezzo per lunghe ma concluderlo quando ormai ha già sparato le sue cartucce. E sarà per questo che, pur non trovandosi davanti ad album comunemente definibili capolavori, arrivati al termine si schiaccia sempre play una seconda volta. Un’altra lezione a chi dimentica quanto la semplicità sia efficace.

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