MARCO PARENTE, Neve Ridens (Mescal / Sony, 2005)

La musica di Marco Parente assomiglia sempre più a un quadro surrealista: accosta colori e parole che sembrano non avere senso comune, ma possiedono bellezza e verità che sono nascoste solo agli occhi meno attenti. E c’è un’immagine più forte di altre che lo stesso artista usa in una canzone, per descrivere la sua musica: il suono di “Neve ridens” è attraversato da lampi improvvisi. Un lampo è il sax che sfugge via dopo il ritornello de “Il posto delle fragole”; un lampo è la voce che si tende fino a diventare trasparente e assomigliare al silenzio in “Un tempio”; un lampo è lo staccato dei fiati o il coro straniante di “Lampi sul petto”; un lampo, folgorante, sono le parole di “Wake up” (“Ti stanno rubando uno specchio / come quell’ombra che muore / tutti ci sono passati almeno una volta attraverso / come una costola che irrompe nel cuore / e lo rompe”) o il pianoforte che, nello stesso brano, rimane nudo e dolcissimo.

Dopo aver dimostrato di poter gestire la canzone pop in “Trasparente”, il suono torna ad assomigliare al capolavoro “Testa, dì cuore”, ma ora Marco Parente ha definitivamente fatto esplodere ogni struttura musicale rigida: ne rimane traccia solo ne “Il posto delle fragole”, primo singolo estratto che rimane comunque di una complessità superiore alla media (la citazione di Bergman, il parlare d’amore rivoltando concetti logori, lo sbotto di fiati e chitarre su una magnifica batteria). Non si temono più nemmeno i soliti confronti: rimane ancora la figura in controluce dei Radiohead in certi passaggi di “Amore e governo”, ma dei jazzisti alieni di “Amnesiac”, imprevedibili e poco propensi alla semplicità.

Ecco il punto: “Neve ridens” è un disco bellissimo, ma sembra consapevole e fiero di essere complesso, assimilabile dopo molti ascolti. Senza questa patina intellettuale che lo raffredda un po’ sarebbe un album dentro cui perdersi, e che invece continua a tenere a distanza chi ascolta, come se non volesse farsi ammirare del tutto.
Forse il quadro diverrà completo a febbraio, con l’uscita del disco “gemello”?

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