GOV’T MULE, Deep End Vol. 1 (Ato/Bmg, 2001)

Nati dall’unione di tre fenomenali musicisti, i Governement Mule (o Gov’ t Mule) sono un power trio rock-blues che segue le orme di grandi gruppi del passato, tra tutti i Cream e la Jimi Hendrix Experience.

I Muli si formano nel 1995 grazie all’incontro tra Warren Haynes, ex Allman Brothers, strepitoso chitarrista nonchè ottimo cantante, il bassista granitico Allen Woody, anch’egli ex Allman e il potente e dinamico batterista Matt Abts. Con questa formazione i Muli del Governo danno alle stampe tre dischi da studio nonchè alcuni live, tra cui è giusto ricordare l’eccezionale “With a little help from our friends”, disco che cattura l’esibizione live del gruppo durante l’ultima notte dell’anno (1998) al Roxy di Atlanta.

Le cose girano a mille e i Gov’ t Mule attraversano gli States proponendo i loro live mozzafiato caratterizzati da lunghe jam. Tuttavia sembra che non si possa parlare di rock senza che si parli anche di tragedia e fatalità. A questa legge non scritta del rock non si sottragono nemmeno i Muli: infatti una tragedia colpisce improvvisamente il gruppo nell Agosto del 2000. Allen Woody viene ritrovato senza vita nella stanza di un albergo a New York. Sembra la fine: con la tragica scomparsa del loro bassista, sembra probabile che i Muli non raglieranno più. In realtà le cose vanno diversamente: Haynes e Abts decidono di rendere omaggio al loro sfortunato compagno realizzando un disco, diviso in due parti, chiamando al basso alcuni tra i più grandi bassisti del mondo. In attesa del Vol. 2, che dovrebbe uscire in primavera, parliamo di questo Deep End Vol. 1.

Innnzitutto dico subito che il disco è fenomenale, bellissimo e poliedrico. A riprova di ciò vi consiglio di ascoltare la straordinaria ballad “Soulshine”, con Wille Weeks al basso. Ma non è solo “Soulshine” a rendere il disco straordinario: “Worried down with the blues” è un blues viscerale e intenso che vede la partecipazione, all’organo Hammond e alla voce, di Gregg Allman. “Scomule”, con l’aggiunta della chitarra di John Scofield, è uno strumentale che lascia senza fiato; “Fool’s Moon” sa di Cream (non a caso al basso c’è Jack Bruce) mentre con l’energica “Life on the outside” i Muli pagano i loro tributo al buon Jimi Hendrix. “Banks of the deep end” e “Beautifully broken sono due ballads intense e ispirate mentre “Tear me down” è un funky eccezionale e coinvolgente. Troviamo il basso di Flea in “Down and out in New York City”, un viaggio tra i colori musicali della Grande Mela; “Same Price”, con l’ex Who John Entwistle al basso, è un pezzo rock semplice e rappresenta forse l’episodio meno riuscito dell’album. Tre sono le cover presenti in Vol.1: “Effigy” dei Creedence Clearwater Revival, in cui Haynes supera sè stesso con un assolo eccezionale; “Maybe I’m a Leo” dei Deep Purple, con Roger Glover al basso e infine “Sin’s a good man’s brother” dei Granfunk, che chiude il disco e rappresenta l’ultima prova di Woody al basso.

Allora, facciamo un po’ di conti: un’ispirazione compositiva notevole, sommata ad un chitarrista eccezionale, sommati ad un batterista potente e dinamico, sommati ad uno stuolo di bassisti con le palle danno come risultato…Deep End Vol.1, un disco eccezionale che consiglio a tutti (e io già aspetto con l’acquolina in bocca il Vol.2!!).

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