PAOLO CONTE, Live (live, CDG, 1988)

Il precedente “Aguaplano” ha consacrato definitivamente l’artista Paolo Conte a livello internazionale. In pochi anni le richieste di concerti sono lievitate in modo esponenziale, sottoponendo l’Astigiano ad un autentico tour de force europeo. Questo live testimonia un biennio ricchissimo di soddisfazioni, di tournée prolungate nei teatri più famosi ed ambiti del continente, oltre ad una disgressione intercontinentale in Canada, molto vicino al mito americano che da sempre affascina il cantautore. Nel booklet interno i testi originali sono tradotti in francese, inglese, tedesco, spagnolo ed olandese (!); tutti i pubblici più svariati devono poter raggiungere la poetica impareggiabile di questo “italiano in gita”. Accompagnata al CD, esce anche una videocassetta registrata al Teatro Carré di Amsterdam, una delle tappe più trionfali di questo estenuante tour.

L’ultimo “Aguaplano” è ripreso nella canzone omonima e ne “La negra”, “Jimmy, ballando”, “Blu notte” e la classica “Max”. Eccezionale è l’esecuzione di “Sud America” e “Blue tangos”, presenti dieci anni prima in “Un gelato al limon”. Esse appaiono rivitalizzate, specialmente “Blue tangos”, e sono un perfetto esempio di come Conte sia un finissimo manipolatore di note ed atmosfere, sempre uguali eppure diverse, fresche, nuove. Una grande emozione è anche risentire “Messico e nuvole”, successo di quasi vent’anni prima di quel pazzo di un medico chirurgo di Enzo Jannacci. Conte regala ai suoi sempre più numerosi appassionati due inediti, la finale ed elegante “Don’t break my heart” e la veloce “Vamp”, ennesimo rimando agli anni ’20 e ’30, canzone dimenticata o quasi tra la produzione totale del Nostro, nonostante un’originalità spiccata che la rende un piccolo capolavoro minore. Da “Max”: ” …smettila Max, la tua facilità non semplifica, Max… “.

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