MILES DAVIS, Kind Of Blue (Sony, 1959)

Classe. Penso che se si dovesse riassumere l’essenza di questo disco in una sola parola, questa sarebbe sicuramente Classe. “Kind of Blue” è uno dei 3 o 4 lavori più famosi e celebrati nella storia del jazz. Guardiamo un attimo gli interpreti: Miles Davis, John Coltrane, Cannonball Adderley e Bill Evans che suonano insieme non è cosa da poco. Eppure molte volte si è visto come il mettere insieme molti super-personaggi non sia di per sé una “garanzia di capolavoro”. Qui però c’è Davis a dirigere i lavori e la coesione degli strumentisti è superlativa. Coltrane non è ancora lo splendido leader che di li a qualche anno conosceremo, ma è già un grande, sufficientemente formato nel suo stile sassofonistico. E’ bello sentirlo “entrare” nei vari brani ed eseguire i sui “sali-scendi” sulle coordinate dettate da Davis. Ma non deve passare in secondo piano il sax alto di Adderley, uno dei più rigorosi ed impeccabili sassofonisti che il jazz abbia conosciuto. E Miles? Presto detto: la sua tromba pulitissima distilla note che lasciano il segno, senza numeri da circo ma solo con tanta, tantissima classe (per caso ho già usato quest’ultimo termine?). Tutti i brani sono piccole gemme e mi limiterò a parlare dell’inizio: avviate il cd e sentirete un “giro” di basso di Paul Chambers. Basterà a darvi un’idea di quello che vi aspetta nel resto dell’album.
Un’ultima cosa: fate attenzione alla qualità di registrazione, tenendo presente che si tratta di un disco del ’59. Non è strepitosa? Paragonatela poi a quella di un disco qualsiasi di rock anni ’60 (non dico ’50 perché ci sarebbe da ridere!): un abisso. Classica e jazz hanno sempre avuto la fortuna di registrazioni più accurate rispetto al rock il quale, concepito fin da subito per un pubblico “di massa”, non veniva quasi mai “nobilitato” da una grande qualità del suono (per molti versi questo discorso vale anche oggi). Peccato!

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