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Ritrovare i Morcheeba, dopo anni di silenzio (e pregiudizi)
Non è facile stare dietro a una band come i Morcheeba, che ha vissuto tante epoche, con addii, pause e riprese, ed è arrivata a questo che è il suo 11esimo album. Facile perdere qualche pezzo per strada, alias normale non intercettare qualche uscita, o – ancora peggio – considerare il gruppo come bollito e non calcolarlo più. Personalmente – ammetto – l’ho fatto, ed era tanto tempo che non mi avventuravo nell’ascolto di un loro nuovo appuntamento discografico.
Fino a questo, bellissimo, “Escape the Chaos“, che mi ha non poco colpito.
Non per l’evoluzione del gruppo, oramai ridotto ai soli Skye e Ross Godfrey, il cui sound è ESATTAMENTE uguale a quello degli anni ’90, ma proprio per la freschezza del risultato. Com’è possibile? Ricordiamoci che Skye aveva lasciato la band nel 2003 fino al suo ritorno nel 2009, che nel 2014 Paul Godfrey, membro fondatore, aveva dichiarato di essersi annoiato del progetto e se n’è andato. Successivamente, Skye Edwards e Ross Godfrey avevano formato il duo Skye & Ross, pubblicando un album omonimo nel 2016, che col senno di poi è un album dei Morcheeba in attesa di poter utilizzare il marchio.
Freschezza trip-hop in piena golden hour
“Escape the Chaos” è un album fantastico per questa estate, per schiarire le giornate, per abbandonarci alla suadenza del migliore trip-hop, per guardare panorami in lontananza nell’ora inquieta, quella golden hour che precede il tramonto. Fidatevi, è un album in cui non si identificano cadute (tranne forse il feat. di Oscar Worldpeace in “Peace of Me”) e tutti i brani sono ad alto livello (con la citazione particolare della bellezza circolare di “Far We Come”).
E chissenefrega se guarda al (proprio) passato, se potrebbe essere definito “un album per boomer”: ce ne fossero di più, di dischi così.
75/100
(Paolo Bardelli)