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È notorio che il concetto più utilizzato dai critici per le raccolte di B-sides sia che la compilation in questione sia “consigliata unicamente ai fans della band”, come a dire che se siete un novizio dell’artista in questione forse vi conviene partire ad ascoltare qualcos’altro. Ci mancherebbe. Nessuna band – credo – vorrebbe che il proprio primo biglietto da visita rispetto a un nuovo ascoltatore (e potenziale futuro fan) sia il materiale scartato o comunque non utilizzato per gli album ufficiali, quindi minore. Il ragionamento non può che essere riproposto anche per questo “The Wee Small Hours: B-Sides and Other Detritus 2011 – 2025”, ma con qualche ulteriore appunto rilevante.
Un nuovo slancio dai Real Estate: B-sides con qualità da album ufficiale
Innanzitutto i Real Estate sono in una forma strepitosa, essendo il loro sesto album “Daniel” risultato – a parere di chi scrive – il migliore del 2024, quindi l’attenzione sulla band della scena di NY non può che essere dovuta. Almeno un paio di canzoni infatti escono da sessions ultime: l’iniziale “Pink Sky” è stata registrato lo scorso autunno ai Tiny Telephone Studios di Oakland, assieme alla cover del classico di Elton John, “Daniel”, ed entrambe possiedono la pasta sonora dello splendido album del 2024. Il video di “Pink Sky” è stato girato all’inizio di aprile ’25 nella città natale del frontman Martin Courtney (che è Beacon, New York), e lo vede protagonista in abiti da mago.
Secondariamente si deve riconoscere in ogni caso che questa opera, lungi dall’essere un’accozzaglia di roba molto diversa, possiede invece un’osmosi invidiabile tra i pezzi anche se provenienti da epoche diverse: certo, una “Paper Dolls” (cover dei The Nerves) tradisce i suoni che usavano i Real Estate nel 2014, ma il resto è piuttosto omogeno.
Un viaggio sonoro attraverso le epoche della band
I brani più antichi della compilation risalgono al 2011: una cover di “Barely Legal” degli Strokes per un album tributo di Stereogum e la strumentale “Blue Lebaron” che fu il lato B del singolo “It’s Real”, ma c’è spazio appunto per tutta la parabola, non ancora in fase discendente, della band su Domino. Funzionano anche le altre due strumentali, “Two Part, Part Two” e “The Chancellor”, dalla melodia creata con un languido hammond), mentre un’altra cover è la bellissima “Days” dei Television, registrata nel 2021.
Insomma un album che ci si sente di consigliare a una platea che non sono solo i fans della band: se non conoscete bene i Real Estate, certo, il suggerimento principale è di riprendere o l’ultimo “Daniel” o il primo album su Domino, “Days” (2011), ma anche se per errore si partisse da qui, beh, tutti gli elementi che hanno fatto grandi i Real Estate ci sono. Che poi “grandi” non è il termine giusto: i Real Estate fanno un indie-pop umile, quindi forse li definirei ecumenicamente come i più piccoli tra i piccoli. E se masticate un po’ di Vangelo sapete cosa intendo.
…chi vuol essere grande tra voi si farà vostro servitore,
e chi vuol essere il primo tra voi sarà il servo di tutti.
(Marco 10, 43-44)
75/100
(Paolo Bardelli)