Alphonse Mucha, il padre dell’Art Nouveau, a Firenze

Fino al 7 aprile 2024 il Museo degli Innocenti di Firenze accoglie la prima mostra, in città, dedicata all’artista ceco Alphonse Mucha, il padre dell’Art Nouveau. Oltre 170 opere, fra manifesti, disegni e oggetti d’arte applicata, accompagneranno gli spettatori in un viaggio nella Parigi di fine Ottocento, immergendoli nella Belle Epoque. (foto 1, foto 2)

immagine per Foto 1: Alphonse Mucha, La dame aux camélias, 1896, litografia a colori Credits: Lucrezia Cirri
Foto 1: Alphonse Mucha, La dame aux camélias, 1896, litografia a colori Credits: Lucrezia Cirri
immagine per Foto 2: Alphonse Mucha. La seduzione dell’Art Nouveau, Museo degli Innocenti, Firenze Credits: Lucrezia Cirri
Foto 2: Alphonse Mucha. La seduzione dell’Art Nouveau, Museo degli Innocenti, Firenze Credits: Lucrezia Cirri

L’esposizione – prodotta da Arthemisia, con il patrocinio del Comune di Firenze e dell’Ambasciata della Repubblica Ceca – è curata da Tomoko Sato in collaborazione con Francesca Villanti e organizzata insieme alla Fondazione Mucha In Your Event by Cristoforo.

L’artista, nato nel 1860 nella Repubblica Ceca, si trasferì a Parigi nel 1887 e lì affinò le sue tecniche artistiche, ma soprattutto ebbe la fortuna di incontrare l’attrice Sarah Bernhardt, che affidò a lui la sua immagine, portandolo alla fama e dando il via al mito delle “donne di Mucha”.

Grande patriota e sostenitore della libertà dei popoli slavi, l’impegno sociale fu per lui sempre molto importante, tanto che una delle sue opere più importanti è considerata l’Epopea slava: venti enormi tele che raccontano la storia del suo popolo. (foto 3, foto 4)

immagine per Foto 3: Alphonse Mucha, Donna con margherita (dettaglio), 1900, velluto stampato da rivestimento Credits: Lucrezia Cirri
Foto 3: Alphonse Mucha, Donna con margherita (dettaglio), 1900, velluto stampato da rivestimento Credits: Lucrezia Cirri
immagine per Foto 4: Alphonse Mucha, Tavola 54 dai Documents Décoratifs, 1902, litografia a colori Credits: Lucrezia Cirri
Foto 4: Alphonse Mucha, Tavola 54 dai Documents Décoratifs, 1902, litografia a colori Credits: Lucrezia Cirri

Mucha fu uno dei più famosi e contesi artisti della sua epoca e contribuì alla nascita – coadiuvato dalla altrettanto nascente pubblicità – di una nuova forma di comunicazione, che portò il suo stile ad essere in un vero e proprio esempio per i suoi contemporanei e successori.

Fra gli artisti più imitati di sempre, credeva che l’arte non dovesse solo limitarsi a dare piacere alla vista: il suo ruolo era quello di elevare gli spettatori, di dar loro un messaggio spirituale.

Il suo stile si rifà ai preraffaelliti, alla decorazione bizantina, alle xilografie giapponesi e alla potenza della natura e propone, grazie a questa mescolanza, una modernità: le sue donne sono donne libere e capaci di comunicare come mai era stato possibile prima, rivendicando questo diritto come tale.

L’esposizione mette in mostra manifesti, libri, disegni, olii e acquerelli, fotografie, gioielli e opere decorative del maestro, affiancandole a un nucleo di opere italiane che mostrano l’evoluzione dell’Art Nouveau nel nostro paese.  In particolare, si rende omaggio al fiorentino Galileo Ghini. (foto 5, foto 6)

immagine per Foto 5: Alphonse Mucha. La seduzione dell’Art Nouveau, Museo degli Innocenti, Firenze Credits: Lucrezia Cirri
Foto 5: Alphonse Mucha. La seduzione dell’Art Nouveau, Museo degli Innocenti, Firenze Credits: Lucrezia Cirri
immagine per Foto 6: Alphonse Mucha, Repos de la nuit. Le ore del giorno, 1899, litografia a colori Credit: Lucrezia Cirri
Foto 6: Alphonse Mucha, Repos de la nuit. Le ore del giorno, 1899, litografia a colori Credit: Lucrezia Cirri

Il percorso espositivo si suddivide in sei sezioni, disposte tematicamente e cronologicamente. La prima – Donne, Icone e Muse – si concentra sulle protagoniste assolute delle opere del maestro: donne meravigliose, sensuali e insieme innocenti.

Si racconta qui l’incontro di Mucha con l’attrice divina Sarah Bertrand, che proporrà all’artista un contratto di esclusiva di sei anni, non solo come suo disegnatore, ma anche come direttore artistico. Per lei, nel tempo Mucha realizzò gioielli, costumi e scenografie, che contribuirono a rendere entrambi vere e proprie icone.

La seconda sezione è dedicata alla cultura bretone. Da buon patriota quale era, Mucha riteneva che l’arte dovesse esprimere l’identità culturale e ideologica di un popolo.

Le sue opere sono quindi pervase da elementi che rimandano alla sua patria, dagli abiti ai motivi floreali o botanici, fino ai temi geometrici che richiamano le chiese barocche ceche. L’artista considera tutti questi motivi ornamentali come alfabeti capaci di portare messaggi universali.

Trasferitosi in Francia, Mucha si riconoscerà profondamente nella cultura popolare della Bretagna, appassionandosi ai paesaggi, al folclore e agli stili tipici della regione. (foto 7, foto 8, foto 9)

immagine per Foto 7: lphonse Mucha. La seduzione dell’Art Nouveau, Museo degli Innocenti, Firenze Credits: Lucrezia Cirri
Foto 7: lphonse Mucha. La seduzione dell’Art Nouveau, Museo degli Innocenti, Firenze Credits: Lucrezia Cirri
immagine per Foto 8: Alphonse Mucha, Studio per Biscuits Champagne Lefèvre-Utile, 1896, matita su carta Credit: Lucrezia Cirri
Foto 8: Alphonse Mucha, Studio per Biscuits Champagne Lefèvre-Utile, 1896, matita su carta Credit: Lucrezia Cirri
immagine per Foto 9: Alphonse Mucha, Nestlé’s food for infants, 1897, litografia a colori Credits: Lucrezia Cirri
Foto 9: Alphonse Mucha, Nestlé’s food for infants, 1897, litografia a colori Credits: Lucrezia Cirri

La terza sezione si concentra sui Manifesti pubblicitari. In circa vent’anni, Mucha ne realizzò almeno 120, molti dei quali sono oggi considerati esempi di Art Nouveau.

L’attività pubblicitaria è per l’artista la dimensione entro cui poter sperimentare nuove modalità di comunicazione e lanciarsi nell’uso di colori, per lo più fra i toni pastello, che creino notevoli impatti visivi.

La quarta sezione è invece dedicata all’Epopea slava, monumentale opera dal messaggio messianico, che invita il popolo a imparare dal passato e lo esorta a volgersi verso un futuro di libertà. Allo Stile Mucha è dedicata la sezione successiva, che cerca nell’arte un valore immutabile, come abbiamo già detto, universale. (foto 10, foto 11)

immagine per Foto 10: Alphonse Mucha, Lance parfum “Rodo”, 1896, set scatola e cinque flaconi di vetro contenenti profumo con coperchio vaporizzatore in metallo ed etichetta stampata; scatola in carta litografata Credits: Lucrezia Cirri
Foto 10: Alphonse Mucha, Lance parfum “Rodo”, 1896, set scatola e cinque flaconi di vetro contenenti profumo con coperchio vaporizzatore in metallo ed etichetta stampata; scatola in carta litografata Credits: Lucrezia Cirri
immagine per Foto 11: Alphonse Mucha, Sogno a occhi aperti, 1897, litografia a colori Credits: Lucrezia Cirri
Foto 11: Alphonse Mucha, Sogno a occhi aperti, 1897, litografia a colori Credits: Lucrezia Cirri

Scrive, infatti:

“L’arte non può essere nuova. L’idea di arte ‘moderna’ come moda passeggera è offensiva. L’arte è eterna come il progresso dell’uomo e la sua funzione è quella di accendere di luce il cammino del mondo. L’arte si trova in costante sviluppo ed è sempre qualche passo avanti all’umanità”.

La sesta e ultima sezione guarda all’Art Nouveau in Italia e riflette su come gli artisti del nostro paese abbiano appreso e interpretato la lezione di Mucha, sia per quanto riguarda la figura femminile, sia per l’uso delle linee in movimento, facendone un punto di riferimento per il Liberty, con cui il nostro paese, sebbene con un po’ di ritardo, segnerà il suo ingresso sulla scena europea. (foto 12, foto 13)

Merito dell’attenta analisi delle opere esposte è fornire non solo un’occasione di approfondimento e conoscenza di grandi maestri che arricchiscono il proprio bagaglio culturale, ma anche la comprensione delle tecniche esecutive e dei materiali che hanno utilizzato per creare i loro capolavori. Non ultimo, si ha la sensazione di averli incontrati e ascoltati.

Info mostra Alphonse Mucha. La seduzione dell’Art Nouveau

immagine per Alphonse Mucha, Dewez Enseignes Stores, 1902, Le Stagioni: calendario per i punti vendita, litografia a colori Credits: Lucrezia Cirri
Alphonse Mucha, Dewez Enseignes Stores, 1902, Le Stagioni: calendario per i punti vendita, litografia a colori Credits: Lucrezia Cirri
(Roberto Civetta)
Maestro d’arte, si diploma all’Istituto d’Arte Silvio D’Amico di Roma – è qualificato Restauratore di Beni Culturali e si occupa della conservazione di opere d’arte per mostre Nazionali e Internazionali. Cura costantemente progetti, consulenze, per la manutenzione e la conservazione e restauro di Beni Culturali, in Italia e all’estero, sia per Enti Pubblici che privati e collabora con alcune Università. Nel 2012 al Campidoglio, è stato insignito dell’onorificenza, “Premio Personalità Europea dell’Anno”, dal Centro Europeo Cultura Turismo e Spettacolo. Presenta Convegni e ha pubblicato diversi suoi lavori in volumi scientifici d’arte. Scrive e realizza video per i Social Network sui temi: arte, ambiente e umanità. Già Consulente di Governo per la Struttura di Missione degli Anniversari Nazionali della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Nomina da conservatore-restauratore: del Centro Europeo Cultura Turismo e Spettacolo, Roma; del Comitato Scientifico del MUGA – Museo Garibaldino di Mentana e del MUCAM – Museo Civico Archeologico di Mentana e dell’Agro Nomentano.

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