Alla scoperta di Tueri Damasco, in 7 album fondamentali

Dopo i singoli “Primo rischio assoluto” e “Mi consuma”, venerdì 15 marzo è uscito l’album di debutto di Tueri Damasco, “Analisi portafoglio danni”, pubblicato su La Tempesta Dischi.

Una sensibilità delicata che attinge all’alt-rock, al folk e al post-rock, mescolati armonicamente in una forma rigenerata, rinfrescati da spinte sperimentali e sonorità eleganti – senza mai sacrificare l’anima emo, autentico filo conduttore del disco.

La scintilla che ha innescato il lavoro al disco è stato l’incontro col produttore Andrea Maglia (Bleach Recording Studio, Manetti!, Tre Allegri Ragazzi Morti) e Carmelo Gerace (Bleach Recording Studio) nel 2022: da quel momento il progetto è stato improvvisamente chiaro e ogni pezzo ha trovato la sua posizione. Come il coinvolgimento di due 72-HOUR POST FIGHT, il producer Fight Pausa, qua anche nelle vesti di musicista e direttore artistico e del sassofonista Adalberto Valsecchi.

Come spiega Lorenzo Fabbri, il classe 1996 dietro al progetto, «”Analisi Portafoglio danni” nasce dalla ricerca di un’alternativa a quel tipo di lettura degli eventi, dei sentimenti, delle relazioni interpersonali che prevede l’esplosione del tutto nelle sue parti, per analizzarne i rischi e tutte le loro declinazioni, per pesare ogni piccolo movimento, ogni conseguenza, ogni possibile scenario. Per paura, perché vorrei sempre dedicare a tutto il giusto spazio, senza tralasciare nulla. Alle volte penso di essermi perso fra le possibilità, tanto da non riuscire nemmeno a trovare le parole giuste per farmi capire. L’analisi portafoglio danni parla di questo, tramite la narrazione degli eventi e delle persone che ho avuto affianco nel periodo in cui ho scritto i brani. E’ il mio personale tentativo di prendermene cura».

Per raccontare il suo background musicale, si è raccontato attraverso 7 dischi fondamentali che ne hanno segnato il percorso artistico e umano.

Nick Drake, “Pink Moon”
Tra i capisaldi dei miei dischi fondamentali, una chitarra e una voce che suonano potentissimo. È uno di quei dischi che ascolto quando non trovo le cose giuste e mi ricorda quanto sia importante saper togliere prima di saper aggiungere. 

Bon Iver – “22, A Million”
Altro caposaldo, un disco che mi ha sfasciato le orecchie per tanto tempo, di cui scopro qualcosa ogni volta e che temo debba ancora insegnarmi tantissimo.

Niccolò Fabi, “Una Somma Di Piccole Cose”
Punto di riferimento importantissimo. Apprezzo tutta la discografia di Fabi, qualcosa di più, qualcosa di meno, ma questo è il disco al quale ritorno più spesso. Sicuramente uno dei miei dischi italiani preferiti di sempre.

Generic Animal – “Benevolent”
“Benevolent” è uno dei dischi che ho ascoltato e apprezzato di più nel 2022 (periodo nel quale stavo arrangiando primordialmente i brani di Analisi portafoglio danni). Potrei citare qualsiasi disco di Generic, dico Benevolent perché provo un affetto particolare per il mostro verde.

Ricche Le Mura, “INIZIO TURNO FINE”
Gioco in casa e qui metto un disco di amici portentosi. Album incredibile, ascoltato tanto e in tante forme, soprattutto live. Con loro condivido molto, nella musica e fuori. Punto di riferimento gigantesco.

John Coltrane, “A Love Supreme”
Altro disco dell’amicizia (definizione bizzarra), me lo passò Adalberto Valsecchi (72-HOUR POST FIGHT) alle superiori e mi iniziò al jazz. Da allora è un disco di riferimento. Grazie!

All Time Low, “Nothing Personal”
Qui uso la carta trappola. Suonavo nella mia prima band, comprai la prima distorsione, avevo 15 anni. Mentirei se non lo citassi tra i dischi che mi hanno spinto a suonare la chitarra (o forse a saltare con una chitarra in braccio, non lo so).