La Top 7 dei singoli di Gennaio 2024

Questi 7 sono pezzi che non bisogna essersi persi, in alcuna maniera. E sono canzoni uscite solo in formato “singolo”, non sono state considerate quelle contenute in album.

7. BULLION, “Rare” (feat. Carly Rae Jepsen)

Bullion – produttore elettronico e cantautore britannico, di Londra – pubblica musica da una decina di anni ma in maniera piuttosto “spezzettata”, soprattutto in formato singolo o ep, mentre ha all’attivo “solo” un paio di album, “Rooster” (del 2015, della durata peraltro di 27 minuti) e il più completo “Loop The Loop” (2016). Predilige le collaborazioni, e infatti nel tempo ha ospitato nei suoi brani artisti come Ben Howard, Nilüfer Yanya e Avalon Emerson. Per me molto interessante è stata la collaborazione con i Django Django (e Denai Moore) nel 2021 per “Say Something”, una canzone da riascoltare perché davvero ben fatta.

Anche qui in “Rare” Nathan Jenkins (questo il suo vero nome) ha ospitato una cantante del calibro di Carly Rae Jepsen, e lo ha fatto spostandosi dall’elettronica all’art-pop, quel pop algido stile Cate Le Bon e, come riferimento negli Eighties, David Sylvian: delicata ed evanescente, quasi come in una bolla, “Rare” anticipa il nuovo album “Affection” che uscirà il 26 aprile 2024 su Ghostly. “Affection” è stato influenzato dal ritorno di Nathan a Londra da Lisbona, dove si era trasferito nel 2018, e ospita anche Panda Bear e Charlotte Adigéry,

Parlando di “Rare”, Carly Rae Jepsen ha dichiarato: “Abbiamo iniziato a scrivere insieme durante sessioni di zoom in lockdown e poi ci siamo incontrati nella vita reale a Toronto, Londra e Los Angeles”.

6. MOLLY LEWIS, “Crushed Velvet” (feat. Thee Sacred Souls)

Molly Lewis ha uno stile particolare e usa fischiare le sue melodie. Noi qui a Kalporz ci eravamo già accorti del suo potenziale nel 2021: il suo ep “The Forgotten Edge” era finito al 2° posto degli ep secondo Monica Mazzoli e “Oceanic Feeling” al 27esimo tra le canzoni per il sottoscritto. Nel 2023 ha avuto l’ottima possibilità di far parte della colonna sonora di “Barbie”, collaborando con Mark Ronson e Andrew Wyatt, reinterpretando “What Was I Made For?” di Billie Eilish in una versione orchestrale con il titolo di “Meeting Ruth” pubblicata nell’album della colonna sonora del film.

Ora l’australiana trasferitasi a Los Angeles torna sulla lunga distanza (il suo LP di debutto “On the Lips” uscirà il 16 febbraio 2024 per Jagjaguwar), ma intanto estrae questa “Crushed Velvet” che sta tra Morricone, i primi Goldfrapp e una colonna sonora di un film di David Lynch. Notturna e maliconica.

5. FOUR TET, “Loved”

Four Tet non ha bisogno di presentazioni, e con questa “Loved” torna a un’elettronica vitale e umana: su una batteria viscerale Kieran Hebden si lascia andare in appunti glitch e suoni materici, ed è sempre un piacere ascoltarlo.

Gli ultimi full-length di Four Tet sono del 2020, “Parallel, 871” e “Sixteen Oceans”.

4. ELBOW, “Lovers’ Leap”

Gli Elbow cambiano registro: nel nuovo singolo “Lovers’ Leap” troviamo un accenno di vocoder, un tripudio di basso e una grandeur da colonna sonora con uno spruzzo di Broadway in una savana africana. Una sorprendente evoluzione, ma sappiamo che la band di Manchester non si è mai seduta sugli allori.

È in arrivo anche il nuovo album della band, “Audio Vertigo”, che uscirà su Polydor/Universal il prossimo 22 marzo, e che viene definito simpaticamente da loro “un disco fatto di groove squallidi e nauseabondi creati da noi che suoniamo insieme in stanze da garage”.

3. YOUTH LAGOON, “Football”

È una canzone suggestiva e “da beautiful loser” il nuovo singolo di Youth Lagoon, “Football”. Il brano di Trevor Powers, prodotto da Rodaidh McDonald, ha come oggetto il fallimento e lo fa attraverso il mezzo dello sport, con una metafora di chi non è riuscito “a prendere il pallone”:

Maybe you’re not the person who caught the football

Dopo una pausa di otto anni dal progetto, Powers ha pubblicato il suo ultimo album Youth Lagoon, “Heaven Is a Junkyard”, nel 2023, ma noi siamo sempre legati a quel suo “Wondrous Bughouse” del 2013 che si guadagnò il titolo di “questo spacca!”.

2. LIAM GALLAGHER & JOHN SQUIRE, “Just Another Rainbow”

Per chi ha vissuto gli anni ’90 questa unione che sembrerebbe “innaturale” tra l’ex cantante degli Oasis e l’ex chitarrista degli Stone Roses, e invece il risultato è perfetto. Cioè, è esattamente quello che ci si poteva aspettare (e ciò denota una certa prevedibilità), ma fatto di una pasta di una nostalgia indicibile di quell’atmosfera sospesa di cui Roses erano campioni. Partono i rivoli di chitarra di “Just Another Rainbow” e ci si immerge in quel sogno ad occhi aperti di canzoni come “Ten Storey Love Song”, poi arriva la voce di Liam e beh, Noel sa scrivere ma Liam è stato baciato dalla dea fortuna per quella timbrica vocale.

1. JUSTICE feat. TAME IMPALA, “One Night/All Night”

Un altro incontro tra artisti inarrivabili: i Justice, assenti da ben 8 anni, e i Tame Impala, che si dimostrano mattatori nei featuring dato che anche quello con Gorillaz (“New Gold” in “Cracker Island”) era una bomba.

Stessa cosa qui, altra enorme canzone-bomba. Da ascoltare a tutto volume. Io ho avuto la fortuna di metterla su in una sala di registrazione a volume 10 su 10 e vi assicuro che è totalmente esclusiva, nel senso che se c’è lei non c’è nient’altro: il massimo credo sia ballarla in una discoteca, totalmente disconnessi da se stessi, in cui quello che si riesce a sentire è solo il quel “woman” cantato da Parker, in lontananza. Lontani da se stessi.

And I could be your woman
‘Cause if that’s the only answer
Then we could be together

(Paolo Bardelli)