SPARKLEHORSE, “Bird Machine” (Anti, 2023)

Si chiude un cerchio.

Mai avei immaginato di sentire la voce di Mark Linkous, ora che la sua stella brilla nel cielo, così nitida, così vera, così vicina.

Ho ancora in mente l’immagine di me stesso che faccio partire nelle cuffie “Homecoming Queen” dall’esordio datato 1995, Vivadixiesubmarinetransmissionplot.

Rapito, quasi estasiato, per quella voce che mi parlava da galassie per me lontanissime.

Oggi, invece, sei qui.

E lo dobbiamo sicuramente a tuo fratello Matt e a tua cognata Melissa, che hanno voluto non solo omaggiare la tua musica, ma portarla ad essere terrena.

Musica terrena per un gentile fantasma che vive ora altrove.

Come hanno fatto?

L’hanno lasciata libera.

Tu non lo facevi quasi mai, il tuo sussurro era per non disturbare, il tuo deragliare la melodia era un’arma di difesa.

Loro probabilmente ti conoscevano benissimo, e li immagino cauti e rapiti dietro la porta ad origliare queste nuove quattordici meraviglie.

Hai deciso di brillare, purtroppo.

Ma nel dissolverti nelle galassie che ancora oggi paiono distanti, hai lasciato aperta la porta del tuo cuore.

Ed è bello sentirti ancora; quando eri su questa terra calpestavi il suolo con attenzione, ora che vivi in un luogo lontano, non hai più paura del rumore.

Un cerchio che si chiude davvero.

L’eternità scintillante te la sei meritata davvero.


76/100

Foto in home di Danny Clinch (Mark Linkous in 1995)