Foto di Riccardo Ciabò
“An Imaginary Journey”, nuovo disco a nome Karu per la milanese Beat Machine Records, è il viaggio immaginario del contrabbassista Alberto Brutti: le jam realizzate dal polistrumentista e produttore italiano con i suoi musicisti – Mario D’Alfonso (sax), Andrea Di Nicolantonio (chitarra elettrica), Cristiano Amici (batteria) e Matteo Castiglioni (synth) – sono solo il punto di partenza di quello che è a tutti gli effetti un trip jazz-psichedelico, anche a detta del diretto interessato: «An Imaginary Journey nasce durante il periodo pandemico e vuole raccontare semplicemente un trip personale, dettato dall’impossibilità di viaggiare di quel periodo. Mi sono immaginato luoghi e sensazioni per poi tradurli in un pensiero musicale. L’elaborazione nasce dalle jam con i musicisti, poi trattate con Ableton e Max Msp», racconta Brutti a Beat to Be. L’elemento nodale di “An Imaginary Journey” è l’utilizzo dell’elettronica che diventa strumento creativo per esplorare nuovi territori musicali e dare vita a un magma sonoro dal groove pazzo, primordiale, tribale: un’esplosione caotica – d’altronde Karu vuol dire caos in Swahili – ma spirituale, immaginifica. Andare oltre il possibile, oltre il reale.
(Monica Mazzoli)
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