Lo scorso 13 Maggio Stevie Wonder, leggenda del soul e della black music, ne ha compiuti 72. Siamo in evidente ritardo nel festeggiarlo, ma proprio nella data di oggi di quarantanove anni fa cade forse l’evento spartiacque della sua carriera che lo trasforma da bambino prodigio sforna-hit di casa Motown a genio musicale senza tempo.
Nonostante avesse già pubblicato quattordici dischi a suo nome, è nei primi mesi del 1973 che Stevie Wonder inizia a fare le cose sul serio. Dopo un tour condiviso con i Rolling Stones a supporto di “Exile On Main Street”, l’album “Talking Book” (trainato da “Superstition”) arriva alla numero 3 di Billboard e al top della Chart R&B: sarà il primo di una serie di capolavori quali “Innervisions” e “Songs In The Key Of Life” che faranno breccia nel pubblico rock e nei magazine Rolling Stone e The Village Voice. Tuttavia va ancora meglio con “You Are The Sunshine Of My Life” il suo terzo singolo al numero 1 negli USA e alla 7 in UK proprio il 19 Maggio, che gli consente di vincere il Grammy per la migliore Performance Pop. Rimanendo la sua canzone più amata.
Un brano di tre minuti tondi romantico eppure frizzante, in cui si alternano oltre alla voce di Stevie quella di Jim Gilstrap, Lani Groves e Gloria Barley e dove vediamo l’incontro di culture musicali differenti quali l’afro-beat, il pop orchestrale à la Burt Bacharach, il jazz elettrico e il son cubano.
E noi lo chiamiamo rock…incredibile.
Foto di Stevie Wonder alla Casa Bianca nel 2012 di Carolyn Kaster
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