Bodega, da New York a Bologna con furore

Bodega, Covo Club di Bologna, 23 Aprile 2022

Il primo tour europeo dei Bodega è una boccata d’aria fresca per gli amanti della new-wave più muscolare e a presa rapida ma anche dell’indie-rock che proprio da New York negli anni zero è salpato alla conquista del mondo sui battelli di Strokes, Interpol e LCD Soundsystem.

Ecco, la formazione guidata dal chitarrista Ben Hozie e la vocalist e polistrumentista Nikki Belfiglio sta raccogliendo il testimone dei “cugini adulti” con un live adrenalinico e solido, dove è eccezionale che nelle quattro date italiane la scaletta abbia assunto connotati sempre diversi nonostante il breve percorso di due album in studio e un EP iniziato cinque anni fa. In un Covo Club brulicante di entusiasmo si comincia con la doppietta di lancio del nuovo album “Broken Equipment”, quella “Thrown” dai risvolti danzerecci e la stessa “Doers” che nel piglio cadenzato e nervoso fa tornare indietro ai Beastie Boys di “To The 5 Boroughs”. “Pillar On The Bridge Of You” suona maggiormente nello stile del gruppo di Casablancas, mentre “Knife On The Platter” (dall’EP “Shiny New Model”) grida contro gli orrori quotidiani nelle chitarre distorte di Dan Ryan, ottimo musicista.

“How Did This Happen?!”, dall’esordio “Endless Scroll” del 2018, è un primo highlight dal tiro incendiario à la Gang Of Four con le file davanti invitate al pogo; “C.I.R.P.” un momento di contaminazione con l’hip-hop e la dance di stampo madchester: il bassista Adam See e l’ultima arrivata Tai Lee agli stand up drums garantiscono varietà a ritmo e dinamiche, con i Bodega che passano senza soluzione di continuità dal pezzo magnetico in stile Wall Of Voodoo (“Seneca The Stoic”) alle geometrie angolari dei Wire (“Can’t Knock The Hustle”). Non manca un lato del gruppo moderno e da divertissement, grazie a “Statuetta Sulla Consolle” – in una delle otto versioni in altre lingue del singolo caricate su Spotify: la Belfiglio tra Kate Pierson e Kim Deal.

Il concerto prosegue tra jokes della band, imitazioni degli stop & go alla Devo e sfuriate di energia punk come in “Network” e “Everybody’s Sad” – inedite alla pari di “Cultural Consumer”, suite in tre momenti che esalta gli intrecci vocali di Hozie e Belfiglio nonchè un istinto visionario debitore dei Television – e “How Can I Help Ya?”, già un must del repertorio. Lo è senz’altro da tempo “Jack In Titanic”, groove quasi funk e chitarre che spiccano il volo, laddove in “Charlie” si addentrano maggiormente in territori jangle-pop. Il tempo vola con un finale dedicato agli auguri di compleanno a Adam See (ribattezzato nei Bodega “The Professor”) e a due bombette a presa rapida di “Broken Equipment” quali “No Blade Of Grass” e “All Past Lovers” in una perfomance carica di energia e sfrontatezza. Qualità che consiglio ai Bodega di mantenere con uno spirito DIY, tuttavia sono lanciati verso un successo a cui anche la produzione dell’ultimo lavoro non ha nascosto di ambire.