[Scoutcloud] Lo spiritual jazz in continuo divenire di Isaiah Collier & The Chosen Few

L’Art Ensemble of Chicago è storia ma negli ultimi anni il jazz a Chicago è più vivo che mai e ha ancora un’anima spiritual, avant-garde: sperimenta, guarda sempre avanti. Per esempio, “The Oracle” di Angel Bat Dawid e “Where Future Unfolds” di Damon Locks e del suo Black Monument Ensemble, due dischi pubblicati entrambi dalla International Anthem nel 2019, sono musica che si fa viaggio sonoro, interiore, cosmico e ben rappresentano la componente “spiritual” della scena cittadina. L’evoluzione continua, però: nuove esplorazioni sonore si profilano all’orizzonte. È il caso di “Cosmic Transitions” di Isaiah Collier & the Chosen Few: il nuovo album del sassofonista (che tra l’altro ha suonato la batteria nel disco live di Angel Bat Dawid & Tha Brothahood) per la Division 81 Records si spinge oltre: con i suoi Chosen Few Collier parte dal passato, registra al Van Gelder Studio (dove hanno suonato John Coltrane, Wayne Shorter, Joe Henderson e tanti altri grandi), per arrivare poi a dar vita a una suite spiritual jazz in cinque parti futuribile, in divenire. Un dialogo tra uomo e cosmo. Stupisce ma d’altronde Collier intervistato dalla rete televisiva di Chicago WTTW nel 2019 aveva dichiarato: “Non dobbiamo lasciare che qualcosa ci limiti. La gente dice che il cielo è il limite, ma non credo che sia vero neanche questo. C’è un’intera galassia sopra tutta questa atmosfera. Non importa quanto lontano andiamo, c’è ancora qualcos’altro”.
Un cerchio si chiude o meglio si apre.

Il disco è distribuito in Italia dalla veronese Mother Tongue Records.

Estratto da “Return Of The Black Emperor” del 2019:

(Monica Mazzoli)