DINOSAUR JR., “Sweep It Into Space” (Jagjaguwar, 2021)

Le grandi band hanno sette vite come i gatti. E da quando si sono riformati nel 2005 i Dinosaur Jr. non smettono di regalarci soddisfazioni: basti citare album come “Beyond” o i singoli “Over It” e “Tiny”, emblematici di una continuità invidiabile…Però questa volta l’hanno combinata grossa. “Sweep It Into Space” è l’ennesimo masterpiece, oltre al livello delle dodici canzoni soprattutto per la versatilità stilistica del loro indie-rock. Meriti da dividere con Kurt Vile – fresco di firma per la Verve – che ha prestato chitarra e voce in punti chiave del disco, a cominciare dall’esaltante lancio di “I Ran Away”: una melodia tonda dall’intensità di Neil Young e lo spleen dei Cure.

L’abbrivio è già dei più poderosi con “I Met The Stones” dai richiami hard e slow tra Black Sabbath e Melvins, mentre “I Ain’t” è una cavalcata che esalta il drumming di Murph con i magnifici ricami di J Mascis e un chorus da intonare sotto il palco. “To Be Waiting” distende gli animi, riflettendo sul passato e i sentimenti (“There’s A Piece I Left Of Me/Been Such A Long Time/Me and You, When We Could Be/Seems Like A Long Time To Be Waitin’“) come fa la stessa “Garden” di Lou Barlow, forse la miglior canzone da lui scritta per i Dinosaur Jr., quando implora “Don’t Make It Harder/Hand Me Your Hand, No Time To Wait/Where Is The Garden?And When Do We Move?/Love How You Move With Me” con un forte stampo soul. L’arrangiamento dal gusto spectoriano fa il resto, e ci consegna l’episodio pop dell’album insieme a “Take It Back” dove J Mascis omaggia elegantemente i Beach Boys e i Beatles – ospite Ken Maiuri dei B-52’s al mellotron.

Torniamo al rock’n’roll? Con “I Expect It Always” si picchia duro, le chitarre vibrano di emozioni uniche più rumorismo che solo il trio di Amherst, Massachussets sa offrire. “Walking To You” nella scrittura ricca di pathos stuzzica il confronto con il Bob Mould di “Patch The Sky”; in “And Me” J Mascis velocizza un giro acustico di Bob Dylan cimentandosi in tre assoli magnifici, da pelle d’oca. Finale d’obbligo per la doppietta “Hide Another Round” e “N Say” feat. Kurt Vile: bombe soniche che ci auguriamo di sentire presto dal vivo, quando celebreremo una delle (ultime) istituzioni del rock.

82/100

(Matteo Maioli)