[Scoutcloud] Ritorno alle radici: la psichedelia folkclorica dei Balkan Taksim


Guardare al passato ma con un occhio verso il futuro: i Balkan Taksim, duo di stanza a Bucarest, riprendono il folklore musicale balcanico destrutturandolo e ricomponendolo in chiave personale. La sperimentazione sonora, l’esplorazione delle proprie radici sono le due anime della musica del gruppo rumeno: elementi, suoni della tradizione acquistano una nuova tensione emotiva venendo inseriti, rielaborati in trame elettroniche, psichedeliche.
Sașa-­Liviu Stoianovici (polistrumentista con una passione per la cobza rumena e moldava e per la famiglia dei saz turchi) e Alin Zăbrăuțeanu (sample, synth) tirano fuori un EP, “Žali Zare”, in cui creano ponti metaforici, lisergici tra realtà temporali distanti. Arcaicità e contemporaneità. N’è un esempio un brano come “Lunca” che cita musicalmente una canzone tradizionale della Romania meridionale (“Lunca Obedeanului/ Pe valea Neajlovului”) o “Zalina”, ispirato a una vecchia canzone sempre della Romania meridionale.

“Disko Telegraf”, disco d’esordio del gruppo rumeno, esce il 28 maggio per la Buda Musique e sarà – probabilmente – come immaginarsi un mix esplosivo del lato più folk dei Phoenix (quelli rumeni, non quelli francesi), dei viaggi elettronici di Rodion Ladislau Roșca e delle produzioni di Ammar 808:“Things from the past become things of the future”, Sașa-­Liviu Stoianovici.

(Monica Mazzoli)