THE MARK VODKA GROUP, “The Mark Vodka Group” (Drunken Sailor, 2020)

La rivolta e lo scazzo. Un modo sempre attuale di condannare un sistema che non ci rappresenta.

In pochissime parole, il rock’n’roll.

L’insolenza e l’insoddisfazione che invece di sedersi in un apatico “dito puntato-culo parato” imbraccia un paio di strumenti e fa quel che può. Far sentire una voce. Può sembrare ovvio, dopo anni e anni di tre accordi e via, ma è ancora il modo più veloce e reazionario che io conosca.

Qui, alcuni membri dei Booji Boys, affilano le lame ma non dimenticano di indossare gli occhiali da sole.

Punk-rock tiratissimo e viscerale, la maggior parte dei brani sotto i due minuti, approccio lo-fi, chitarre lancinanti ma melodie ben presenti.

Chiude il disco la strascicata “Mark’s Blues”, slacker-song che profuma di birra rovesciata sulla sabbia.

Apre il disco “I Wanna Piss in the Face of the World”. Dichiarazione d’intenti, che, a conti fatti, è anche una dichiarazione d’amore a questo mondo.

Che va sempre più alla deriva, possiamo farci ben poco, se non amplificare la nostra voce per mezzo di qualche chitarra rumorosa.

70/100

(Nicola Guerra)