[#tbt] Ante-Pop Extravaganza: My Teenage Dream Ended

My Teenage Dream Ended è il primo ed unico album dell’attrice statunitense Farrah Abrahams, conosciuta perlopiù in patria per la sua partecipazione alla serie TV “Teen Mom”; pubblicato come complemento alla sua autobiografia è stato considerato dalla critica uno degli album più orrendi del 2012 nonostante toccasse l’undicesima posizione della classifica Billboard. Sia il libro che il disco vogliono raccontare l’odissea problematica della giovane Farrah, su come ha affrontato una gravidanza in giovane età, come questa le abbia negato tutte le normali esperienze che si praticano in quegli anni, storie di droga, la morte del padre e del padre di suo figlio.

Il motivo per cui questo disco ha raggiunto una successiva e postuma fama è dato dalla sua produzione completamente avanguardista (vista in retrospettiva): EDM, dubstep e witch-house dialogano convulsamente con un onnipresente e ultra manipolato auto-tune, non tanto dissimilmente da come potremmo trovare in un qualsiasi album attuale di Charli XcX, Dorian Electra o 100gecs, ma fatto in maniera più spontanea ed amatoriale.

Ascoltando l’intero album più e più volte, credo sia possibile collocare questo tipo di lavoro all’interno della bolla della cosidetta “outsider music” assieme ad artisti come Daniel Johnston o David Liebe Hart; lo spirito naif con cui il tutto è stato assemblato da Farrah e dal producer Fredrick Cuevas rende questa amalgama ancora più assurda, data la completa illusione da parte di entrambi che ciò potesse risultare come musica adatta ad un pubblico giovane o fungere da monito istruttivo sulle gravidanze adolescenziali.
Il fascino che fa tornare su questo assurdo pezzo di storia musicale è proprio dato da ciò; senza tutti questi elementi si sarebbe fossilizzato nei ricordi come un goffo approccio innovativo alla Pop Music: la stranezza, l’unicità ed il carattere giovano ben di più ad un prodotto artistico di quanto lo possa fare il gusto ed il talento da soli. In più man mano che procediamo verso un progressivo “Global Weirding” uscite di questo tipo non potrebbero che essere colonne sonore migliori.

(Duccio Pisoni)