[#tbt] Cadere e sorridere, la tenacia di Edwyn Collins

You might say
That we should build a city of tears
All I’m saying
Is I’m alone and consequently
Only my tears satisfy the real need of my heart
I resist

Era difficile per un ragazzo poco più che maggiorenne immaginare che il titolo di una sua canzone potesse ergersi con il senno di poi a manifesto della propria vita: è il caso di Edwyn Collins.

“Falling And Laughing” è il 45 giri in questione con cui debuttano gli Orange Juice nel febbraio 1980. Beniamini della critica grazie alle incisioni per la Postcard di Alan Horne, dopo l’uscita del primo album “You Can’t Hide Your Love Forever” ci sono tutte le premesse di una grande carriera per il leader Edwyn Collins. Tuttavia al di là dell’ingresso in top ten di “Rip It Up” la band non ha mai conquistato folle oceaniche di ascoltatori; non era il momento giusto per giovani scozzesi innamorati tanto della psichedelia di Velvet Underground e Love quanto dei ritmi funk metropolitani e del northern soul, ergo la rottura nel 1985. Edwyn Collins dovrà aspettare l’esplosione del brit-pop di metà anni novanta per tornare in auge con “A Girl Like You”. Poi la tragedia: una doppia emorragia cerebrale, dalla morte appena sfiorata alla consapevolezza di dover ricominciare dalle fondamenta umane – parlare, leggere, scrivere, camminare (e cantare).

Quell’infausto 2005 oggi sembra quasi un lontano ricordo. L’impegno profuso nella riabilitazione gli ha fatto vincere un Ivor Novello Award e da allora ha pubblicato quattro album, l’ultimo “Badbea” a fine marzo 2019, dove non si può non notare l’espressione bonaria di Collins in copertina.
Ricco di idee e passione, da chi ci ha detto che sorridere è più importante che cadere.

(Matteo Maioli)