TOMMY CASH, “¥€$” (Platoon, 2018)

Era già un po’ di tempo che non si assisteva all’uscita di un nuovo full-lenght di Tommy, ha continuato a tenerci tutti sulle spine singolo dopo singolo; ogni videoclip ampliava sempre più il suo universo post-URSS grottesco, decadente e tremendamente pop spingendo l’hype alle stelle, finché l’attesa è stata spezzata da “¥€$”. Qua si racchiude esattamente tutto ciò per cui l’artista ha lavorato, tutti quei frammenti di universo si sono ricongiunti per dar vita ad uno degli album che rimarrà come monolite di una generazione artistica e musicale.
Per chi conoscesse il lavoro di Jonatan Leandoer aka Yung Lean, un confronto con mr Ca$h appare necessario: mentre il giovane artista svedese insiste da anni su di un approccio più incentrato sull’affezione e sull’isolamento nell’era digitale, con un estetica estremamente ironica e tragica, la nuova popstar post sovietica prende a piene mani da questo approccio e dal suo comparto visivo fornendo un quadro di pop iperrealista adatto a questi tempi, di cui percepisce e condensa un’esperienza estetico-sensoriale scoppiettante.

Per compiere questo salto in avanti il rapper estone si è ben armato di esperti nel settore come Danny L Harle ed AG. Cook del colletivo musicale britannico PC Music, del quale si è già ampiamente parlato per il loro lavoro con la pop music, che anche in questo caso non hanno deluso le aspettative, cercando di pompare al massimo la stranezza e la schizofrenia di Tommy creando uno dei singoli di più potenti di quest’anno “X-Ray”, un inno allucinato e trascendentale spinto al limite da una base squisitamente Trance/Happy Hardcore.

Nella parentesi più emotiva di quest’album, ovvero “Cool 3D World”, aveva dato apparenti false speranze su un probabile feature o un futuro video con l’effettivo producer e digital artist omonimo; ma ci accontentiamo, si fa per dire, di una delle collaborazioni più inaspettate a cui si abbia assistito quest’anno, ovvero quella con il duo Amnesia Scanner che inizia e chiude l’album. Con queste due tracce di intro ed outro il duo è riuscito a sviscerare nella maniera più cruda e diretta tutte le tematiche sopracitate, dando luogo a vere e proprie danze apocalittico-cibernetiche più che a veri e propri brani, un’immersione totale nell’oblivion digitale simile ad una premonizione realistica sul nostro futuro come genere umano, o magari semplicemente quel che segna un nuovo punto d’arrivo sia per l’hip-hop che la dance music.

85/100

(Duccio Pisoni)