“Why Hasn’t Everything Already Disappeared?” è il titolo dell’ottavo album di una delle band che meglio hanno accompagnato questi diciotto anni di Kalporz. Da “Turn It Up Faggot”, primo LP dell’allora progetto dell’eccentrico e visionario Bradford Cox il cui titolo fu ispirato da un insulto ricevuto dal frontman in uno dei suoi primi show sono passati ormai quattordici anni. E nonostante l’epoca d’oro del nuovo indie rock sia praticamente tramontata con la metà degli Anni Dieci, i Deerhunter continuano ancora ad avere un senso, anche ad anni e anni di distanza da veri e propri classici come “Microcastle” o “Halcyon Digest”. Il loro ineffabile e traversale percorso tra lo-fi, psichedelia, indie pop e stralunato songwriting dal retrogusto 60s, resiste agli effetti del tempo e a quattro anni dall’ultimo capitolo “Fading Frontier”, che abbiamo celebrato a modo nostro con una top7 delle migliori canzoni della loro carriera, Bradford e soci tornano con un album di trentasei minuti, nel loro stile, prodotto da Cate Le Bon insieme al fedele collaboratore Ben H. Allen III e registrato dai quattro tra Los Angeles, Atlanta e Marfa, Texas.
Il disco, uscirà su il 18 gennaio 2019 su 4AD è stato anticipato dai promettenti singoli “Death In Midsummer” ed “Element”, già inclusa nella nostra nuova playlist Spotify le migliori tracce del 2019 curata da Piero Merola.
Ai Deerhunter è dedicata la nostra copertina di gennaio 2019 delle nostre pagine Facebook e Twitter.
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