[MdC] Fumetti dell’altro mondo: “Safari Honeymoon” di Jesse Jacobs

L’appuntamento mensile con un contenuto di Mangiatori di Cervello, per approfondire qualcosa di “altro” rispetto ai “soliti” contenuti kalporziani con lo stile e la visuale inconfondibile di MdC.

Se cercate un fumetto un po’ fuori dal comune, che metta insieme una storia d’amore bizzarra e discutibile, rigurgiti biblici alla Adamo ed Eva, mondi nuovi e incontaminati tutti da scoprire nonché sentori darwiniani, vi consiglio caldamente Safari Honeymoon di Jesse Jacobs, uscito in Italia per Eris Edizioni nel 2015.

Chi è Jesse Jacobs? È un fumettista canadese nato nel 1981 che si sta pian piano facendo strada. Se a qualcuno potranno sembrare familiari i suoi disegni, è perché ha collaborato con Cartoon Network per la geniale serie animata – assai bizzarra anch’essa, venduta come cartone animato per bambini ma in realtà alquanto inquietante e un tantino cupa e cruenta, per non dire addirittura delirante, vedere per credere – Adventure Time, creata da Pendleton Ward. Safari Honeymoon racconta di una coppia di neo sposini agiati che decidono di passare una luna di miele eccentrica: il loro è un safari, proprio come dice il titolo, ma non un safari di questo mondo. Moglie e marito approdano su un pianeta sconosciuto (Jacobs non ci dà alcuna indicazione in merito all’ubicazione di questo strano cosmo) retto da leggi fisiche diverse dalle nostre e popolato da creature affascinanti quanto dannose e specie vegetali meravigliosamente inedite e articolate.

«Tutte le piante e gli animali di questa dannata foresta sono velenosi» ci avvertono. Ma anche altamente pericolosi: esistono parassiti subdoli e mortali capaci di penetrare nel cervello umano passando per le cavità uditive. Per fortuna i due sposini possono avvalersi di una guida capace e coraggiosa che non dorme letteralmente mai e veglia su di loro, sempre pronto a difenderli anche a costo di usare la violenza. Una guida disposta a tutto pur di compiacere i suoi facoltosi clienti che poco si preoccupano delle regole dell’ecosistema in cui sono penetrati.

La coppia rappresenta – almeno all’inizio del fumetto – lo stereotipo dei turisti irrispettosi e cafoni, sempre pronti a calpestare ciò che incontrano senza alcuna remora, del tutto disinteressati a cogliere la vera essenza di quel mondo.
Eppure, ad un certo punto, si nota una certa differenza fra la moglie e il marito: lei è curiosa, aperta, in grado di adattarsi con più facilità a quel nuovo universo – ha, ad esempio, un contatto con le scimmie della foresta, una specie a rischio dotata di speciali capacità telepatiche. Lui è invece scostante, a tratti un vero e proprio stronzo, chiuso e sospettoso; parla spesso di casa sua, della sua città e dell’ufficio, segno che ha difficoltà a staccarsi dal suo habitat d’origine. L’uomo non è incline all’adattamento e mostra anzi una certa ostilità.

Nel fumetto tutto gira attorno al rispetto della natura, all’evoluzione e alla capacità di adattamento, in senso prettamente darwiniano. Jacobs è stato capace di disegnare e dare vita a un mondo particolare, creando dal nulla una flora e una fauna mai viste prima: la sua è tutta sperimentazione – e ben riuscita. Una sperimentazione che strizza l’occhio a una geometria naturale ardita, primordiale, psichedelica.

Seppur il fumetto sia breve (l’ho letto in poco meno di un’ora), riesce però a dare spazio anche a una certa crescita dei personaggi. All’inizio i due coniugi sono solo due turisti arroganti e superficiali, ma cause di forza maggiore li costringeranno a diventare due novelli Adamo ed Eva.
È proprio una situazione che richiama il peccato originale a ribaltare la situazione: la Eva biblica veniva punita assieme al suo Adamo, ma la Eva fumettistica di Jacobs è invece molto più astuta e viene, al contrario, premiata.

Safari Honeymoon è indubbiamente un piacere per gli occhi. È un fumetto che prende strade alternative e che ci mostra quanto – su questo non ho dubbi – il suo autore ami la natura, le piante, gli animali. Tanto da inventarne di nuovi, tanto da scegliere il verde come colore tematico, tanto da usare tratti un po’ grezzi per gli esseri umani che appaiono come figure tozze, oblunghe e addirittura un po’ sformate, per nulla aggraziate. Nulla a che vedere con la vegetazione e con gli esseri che popolano quel bizzarro nuovo mondo.

(Francesca Plesnizer)

a cura di www.mangiatoridicervello.com

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