[aapoc] Erica Nyholm: stranianti atmosfere nordiche

 

La Nyholm usa la Fotografia come fosse sia una pittrice di scene di famiglia in un interno, sia una regista perché crea un immaginario che attinge all’Arte, al Teatro e a certo Cinema più colto, misterioso e surreale.

Crea, così, immagini di quotidianità, ove è inserita lei stessa e/o consanguinei e amici fotografati in casa con un carattere di normalità e volutamente di rappresentanza, oltre che alquanto simbolico; ciò ricalca una tipica ritrattistica presente nella Storia della Pittura che è da lei tradotta per raccontare “tradizioni sociali e di appartenenza a un gruppo”.

Molto efficace ed esteticamente accattivante il registro che ha scelto per questa narrazione: nordico, appunto, quindi un po’ glaciale e magico, inafferrabile nella trama, evocativo e straniante, anche vagamente allarmante.

Anche perché sulla mise-en-scène, puranche credibile, cala in una sorta di congelamento spaziotemporale irreale e sintetico, in ogni fotografia almeno un soggetto guarda dritto in camera, producendo un effetto noto in Teatro in quanto tecnica di coinvolgimento diretto del pubblico per renderlo più critico – e ben definito da Bertold Brecht – sfondando quella che in gergo si chiama quarta parete, ovvero l’immaginaria divisione tra attori e spettatori.

Questa esibizione del personaggio fotografato che sa di esserlo, e ci guarda, non cerca la sfida poiché, tale soggetto, algido e sfuggente, comunicando con l’esterno dell’opera, in ultima analisi, ci convoca per trasformarci in affascinati testimoni di narrazioni visive “intime che tutti noi conosciamo bene” e in cui possiamo identificarci scovando luci e ombre di una tranquilla, ordinata e ordinaria normalità. Loro ma anche nostra.

Per verificare tutto questo c’è un’interessante, essenziale e ben calibrata mostra, assai godibile, a cura di Claudio Composti, che ha portato l’artista – nel 2012 segnalata a Paris Photo da Christian Caujolle per la sezione Giovani Talenti – a Roma nella personale La quarta parete (Enti promotori: Fondazione Terzo Pilastro; Artist Proof; mc2gallery; Roma Capitale) da Visionarea Art Space (spazio espositivo nato da un’idea dell’artista Matteo Basilé e dall’Associazione Amici dell’Auditorium Conciliazione) di Via della Conciliazione 4, Roma. Fino al 3 marzo 2018; ingresso gratuito. Orari: 10.00 – 22.00

 

(Barbara Martusciello)

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