EGON, “Il cielo rosso è nostro” (Mizar Electric Waves, 2017)

È un esordio discografico promettente quello dei sassaresi Egon, che dopo la presentazione del videoclip “Dissolvenza” (a cui ha fatto seguito, di recente, il secondo videoclip “Immobile”), a gennaio hanno pubblicato il loro primo lavoro, l’EP dal titolo “Il cielo rosso è nostro”, prodotto dalla Mizar Electric Waves. Si tratta di un dark-rock dalla forte ambizione cantautorale, capace di tingersi di pennellate folk e di un leggero sperimentalismo noise che si innesta in maniera efficace in mezzo alle trame compositive asciutte ed essenziali dei 7 brani.
“Dissolvenza” è un viaggio crepuscolare in pieno stile darkwave, che preannuncia l’atmosfera cupa e malinconica di “Immobile”, un goth-rock postatomico in cui l’arpeggio acustico disegna una tensione che nemmeno le deflagrazioni delle chitarre elettriche riescono a placare.
Non mancano i momenti più soft, come le ballad “Dry” e “Stratificazione”, che cullano l’ascoltatore lasciandogli riprendere fiato per un attimo. Ma il punto più alto del disco è senza dubbio “Onirico”: una chitarra, dei passi di flamenco e uno spoken word allucinato a tratteggiare i contorni di sogni perduti, prima che un riff inesorabile ci riconsegni alla sensualità seducente di un universo squarciato.
È un esperimento interessante Egon, che riesce a presentare qualcosa di nuovo senza, di fatto, inventare nulla, ma semplicemente creando un mix efficace di dark, alternative rock italiano e un pizzico di atmosfere folk in stile Daughter. Riuscendo a limare alcune asperità nei testi, forse ancora troppo legati alla forma letteraria più che a quella musicale, ci sono tutti i presupposti per superare la prova del prossimo primo LP.

65/100

(Gianpaolo Cherchi)