E’ uscita talmente tanta roba importante che riepilogarla nella Top 7 della settimana avrebbe voluto dire semplicemente fare un riassunto degli articoli già pubblicati su Kalporz. E invece ci muoviamo così: qualcosa (di importante) ripubblichiamo, qualcos’altro spulciamo più attentamente tra le altre ultime uscite.
P.S. I Grandaddy volevo metterli sulla fiducia, ma preferisco gustarmeli a poco a poco, con circospezione e timore reverenziale, e dunque per ora non li voglio ascoltare
Purtroppo non l’ho mai sentito suonare, ma mi piacerebbe, e molto. Anzi, forse mi sa che la figata più grossa sarebbe andarci a bere una birra insieme. Così Dan Deacon, davanti al bancone, potrebbe raccontarmi come fa a metterci il sorriso, alle canzoni, come in questa “Change Your Life (You Can Do It)”.
Mi è piaciuto da matti il singolo “Dead End” di questi australiani, perciò perché non ascoltarsi tutto l’EP? I Sans Parents hanno appena fatto uscire l’EP omonimo rispetto al primo estratto (5 brani) che trasuda di rimpianti di fine estate all’età del college.
Quest’anno mi sono davvero goduto i concerti di Festareggio: Kula Shaker, Soulwax e Vinicio Capossela. Ma c’è un appuntamento caratterizzato dall’atmosfera molto polleggiata che si ripete da 8 anni: il Meeting People Is Easy.
Tra gli ospiti di questa ottava edizione, Francesco Motta, Giorgio Canali & Rossofuoco, Kelly Stoltz, C+C Maxigross, Birthh, Giungla, Terrible Wings Of Democracy + Teppa Bros e, in chiusura, il dj set de Lo Stato Sociale.
Dunque se siete emiliani o giù di lì, sapete cosa fare domenica pomeriggio 11 settembre dalle 17, a Reggio Emilia, ingresso gratuito.
“Opposite House” trasmette la sensazione di un ritorno a casa dopo una giornataccia. “It’s good to warm my bones beside the fire”, dicevano i Pink Floyd, e crediamo che Cass McCombs abbia imparato bene la lezione (con feat. di Angel Olsen).
Gli Interpol hanno fatto domanda di pensione anticipata, degli White Lies oramai si ricordano in pochi, i Joy Division a distanza di decenni mantengono immutato il loro fascino. Tra alti e bassi quel sound dark malato non muore mai: i Preoccupations si preoccupano di donarcelo in questo spicchio di eternità denominato 2016.
Non so perché ma quando tornano i Röyksopp mi assale un misto tra esaltazione e malinconia, e anche questa “Never Ever” (feat. Susanne Sundfør) non fa eccezione. Il ritmo è il loro, ma c’è quella virgola, quell’accento nostalgico da piccolo groppo in gola.
Grazie di esserci, Röyksopp.
Vabbé, c’è bisogno di motivarlo?
(Paolo Bardelli)
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