THE LAST SHADOW PUPPETS, “Everything You’ve Come To Expect” (Domino Recording, 2016)

the-last-shadow-puppets-everything 1 Pubblicato ad aprile 2016, “Everything You’ve Come To Expect” è il secondo album dei The Last Shadow Puppets, che presenta al doppio ruolo di batterista e produttore James Ford (Foals, Arctic Monkeys e Mumford&Sons tra gli altri) e registra anche l’ingresso in pianta stabile del bassista Zach Dawkes (Mini Mansions).

Il disco contiene undici brani, quasi tutti di durata intorno ai tre minuti, che colpiscono e fuggono via costringendoti a riascoltarli, come una calamita che esercita più forze attrattive. Prima fra tutte le armonie vocali spesso profonde e sussurrate per raccontare giochi di sguardi e domande retoriche perse nella mente di chi osserva con passione, immagine che raggiunge il suo apice in “Miracle Aligner”, brano scritto insieme ad Alexandra Savior, che rappresenta anche come il sound del duo sia ben studiato ed efficace. I riff sono immediati, di facile memorizzazione eseguiti con un suono caldo ed il tremolo a garantirne la sensualità, mentre la sezione ritmica ha mantenuto il timbro beat anni ’60 che caratterizzava il primo album dei TLSP e che ritroviamo anche in questa seconda opera in canzoni come “Aviation” o “Bad Habits”.

“Dracula Teeth” ci porta invece nelle nuove stanze di casa Kane&Turner, arredate da sezioni d’archi, suoni elettronici e una scrittura molto anni ’80, che stupisce per il trasparire della confidenza che i due hanno con il genere, e che si accentua nella title track “Everything You’ve Come To Expect” vestita di un testo decisamente glam. L’accoppiata “Used To Be My Girl” e “She Does The Woods” accorcia la coperta svelando tutta l’inquietudine e tutte le problematiche sentimentali che sono il leit motiv di tutti i testi: è percepibile una certa perversione nel vivere e narrare di attimi a cui non seguono giornate, quasi una dipendenza da quel gusto amaro delle delusioni, che è forse preferibile rispetto alla malinconica ballata “The Dream Synopsis”.

85/100

(Francesco Fauci)

31 maggio 2016