Money, Magnolia, Milano, 7 Marzo 2016

ELI_1101a

Ciò che impressiona dell’esibizione dei Money al Magnolia di Milano è anche quello che distingue il frontman Jamie Lee da miriadi di altri cantanti: una voce cristallina e un’interpretazione viscerale capaci di toccare corde profonde nell’ascoltatore.

Bastano davvero pochi minuti per capire che la mente e la voce del progetto musicale chiamato Money non è un artista come gli altri.
Quello andato in scena sul palco più piccolo del locale milanese davanti a poche decine di fortunati spettatori è, infatti, uno show intimo ed emozionante, e il merito è tutto di questo ragazzo inglese, che ha il raro dono di saper creare in pochi attimi un legame col proprio pubblico.

Il cantautore (e poeta, non dimentichiamolo) non distoglie mai lo sguardo dai suoi fan e si diverte a scherzare fin dal primo momento con chi si è preso la briga di venire ad ascoltarlo in una fredda serata d’inizio marzo.

Se il coinvolgimento dei presenti è totale, il merito è anche delle liriche, che trattano di sentimenti comuni a molti cantautori come l’amore, la solitudine e la depressione, ma che grazie alle strofe di Jamie trovano una dimensione nuova, autentica e personale.

Il concerto regala molti momenti da ricordare, dovendo sceglierne solo uno forse a vincere sono i quasi 10 minuti di “Night Came”, con il frontman che canta e suona in mezzo al pubblico, accompagnato da un meraviglioso crescendo strumentale, con violoncello e violino in grande spolvero. Ma tutti i brani dal vivo hanno una resa fantastica, meno levigati e più diretti rispetto al disco. La peana di “Suicide Songs”, eseguita da Jamie Lee in versione acustica seduto davanti al palco, suona, se possibile, ancora più intensa.

La grandezza della musica dei Money sta nel riuscire a essere potente e liberatoria, senza sfociare mai nell’enfasi o nel melodramma, nonostante il leit-motiv esponga facilmente a questo rischio.
Forse questa band non abbandonerà mai la dimensione di nicchia, ma è bello sapere di aver trovato uno di quei rari musicisti capace ancora di emozionare.

(Stefano Solaro)