Club To Club Festival 2015: la top 7

c2c15Difficile, davvero difficile riassumere in sette scelte una line-up con decine di artisti che hanno toccato i più svariati generi e filoni dell’elettronica in questa edizione del Club to Club torinese. L’impressione è quella di una rassegna che ha definitivamente fatto il passo diventando un evento dalla portata decisamente internazionale con circa 40mila presenze complessive. Il festival torinese, a differenza di altre rassegne elettroniche, ha il merito di rendere un evento di questo tipo, un evento per tutti dove anche la fighetta che studia giurisprudenza che conosce a stento Thom Yorke per via dei Radiohead e una volta ha ascoltato su youtube un remix di Jamie XX, riesce a divertirsi, in maniera più o meno sana. Spazi ampi, concezione da grande festival più che da serata da ballare (soprattutto venerdì 6 novembre), con pause molto nette tra i set e poche sonorità estreme. Dalla parte opposta della barricata i veri appassionati del genere si sono potuti godere le chicche meno pubblicizzate dai giornali senza troppi bagni di folla di avventori casuali, sia per gli orari quasi pre-serali di certe performance di nicchia che per le concomitanze scomode con gli headliner in Padiglione 1 per i nomi più piccoli che si alternavano nella Sala Gialla del Lingotto. La seconda sala di #C2C15 in collaborazione con Red Bull Music Academy è veramente gialla come il viso di chi non ha fatto in tempo a godersi l’alcol prima del coprifuoco delle tre di mattina e ha deciso di puntare su altri diversivi nelle tre ore di festival che resta dopo il rigido coprifuoco anti-alcol. Per l’occasione è predisposto un lazzaretto con infermieri a caccia di notizie e coperte termiche a garantire calore e privacy ai casi più difficili.
Questi i sette momenti top, in collaborazione con Giacomo Lepori che ha seguito la serata di sabato 7 novembre.
E non dimenticate mai, saluti da Club to Club.

1. Oneohtrix Point Never

sabato 7 novembre @ Padiglione 1
Daniel Lopatin entra sul palco con Nate Boyce il quale sfodera uno Steinberger Synapse che non fa altro che alimentare il discorso attorno al presunto
disco in formato “rock” di Opn. Il disco in questione è Gardens of Delete, che viene presentato qui in anteprima ma che uscirà soltanto tra qualche
giorno su Warp. La dimensione esecutiva di OPN muta così come muta la percezione dell’ascoltatore ad ogni traccia, ad ogni passaggio, violento o fluido
che sia, da sequenze plunderphonics a cavalcate trance. Di rock ovviamente non c’è nulla, se non l’adesione ad un formato canzone più standard,
che si affaccia più ad una dimensione concertistica. Nonostante qualche problema tecnico dovuto all’installazione video e a certe frequenze in uscita
risulta comunque un live potentissimo, che riconferma Lopatin un personaggio fondamentale per la testimonianza sonora del passaggio tra la fine degli anni
00 e l’inizio degli anni 10.

2. Carter Tutti Void

venerdì 6 novembre @ Padiglione 1
Quando si ha davanti un pezzo di storia, c’è poco altro da aggiungere. Quello di Chris Carter e Cosey Fanni Tutti affiancati da Nik Colk Void dei Factory Floor, più che un set, è una pulsante trance che dagli inevitabili echi kraut si addentra negli albori della musica industrial cui i Throbbing Gristle hanno iniziato a dare un senso più di tre decenni fa. Ipnosi pura, e la notte è ancora lunga.

3. Holly Herndon

venerdì 6 novembre @ Padiglione 1
Non inizia con il migliore degli auspici la performance di una delle artiste più intriganti del panorama elettronico contemporanea. Non vanno i bassi e in apertura di festival nel main stage non è il massimo della vita, soprattutto per gli organizzatori. La sofisticata geek di composizione digitale dopo un break, un messaggio video del suo socio (vedi giù) e le scuse torna sul palco e offre uno spettacolo audio visuale con quel respiro attuale e oltre che solo lei e pochi producer affini, nel 2015, riescono a regalare. Non a caso “Platform” è a oggi uno dei dischi dell’anno: alienante, fredda, tecnologica, ma con un’anima che non stenta mai a svelarsi.
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4. Powell + Not Waving

sabato 7 novembre @ Sala Gialla
A chiudere il sabato nella Sala Gialla del Lingotto c’è un duo costruito ad hoc per l’occasione. Powell conferma la sua abilità nel lavorare in coppia, prima con Lorenzo Senni all’Unsound in Polonia e qui con Alessio Natalizia, conosciuto come Not Waving, il quale ha in programma un’uscita a fine Novembre per Diagonal, l’etichetta dello stesso Powell. I due si divertono e si vede, il risultato è incredibilmente riuscito,
il dancefloor è ammaliato da questa combo e sono tutti trascinatissimi dalle tinte industrial che assume la cassa dritta di Not Waving, il quale è un
nome da tenere sicuramente sott’occhio per il 2015.
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5. Anthony Naples

venerdì 6 novembre @ Sala Gialla
I Battles non si ballano, Four Tet tentenna quasi obbligato a non eccedere prima dell’amico Thom Yorke e lo stesso Thom Yorke con il suo live carico di basse e suggestioni cerebrali sospinte da un visual ovviamente impeccabile lascia i più inermi. Serve il Moroder dei fiordi, Todd Terje, a ravvivare lo spirito dance più primitivo e ignorante con la sua italo-disco contaminata da happy hour balearic. In fondo è sempre un festival e a una certa ora ci vuole un po’ di cassa. Per questo, dovendo stilare, una top 7, la nostra segnalazione va tutta al venticinquenne della Text Records Anthony Naples che viene da New York, è il meno conosciuto dei sopra menzionati e regala una scarica di house di cui si avverte veramente il bisogno a una certa ora. Arriva dopo le simpatiche carnevalate di Omar Souleyman e Ninos du Brasil, per certi aspetti affini tra di loro in modi diversi, e dà la definitiva svolta alla serata.
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6. Prurient

venerdì 6 novembre @ Sala Gialla
Dominick Fernow merita una menzione d’onore se non altro per il gravoso compito di essere messo a fine serata. L’artista dalle sonorità probabilmente più estreme e meno indicate al ballo sfrenato del cartellone del venerdì chiude la programmazione del secondo palco con un set ad altissimo volume in cui preferisce offrire muri di bassi e drone, mettendo a freno la sua anima death metal e i rigurgiti EBM che hanno caratterizzato i live di presentazione del nuovo album “Frozen Niagara Falls”. Non è evidentemente contento di suonare alle quattro e mezza di mattina, si lamenta per la presenza di troppe luci ed è costretto a esibirsi dopo i trenini e Todd Terje e in contemporanea con Jamie XX, a dir poco eclettico, che gioca facile e accontenta tutti gli avventori casuali. Anche per questo, Prurient merita di entrare in graduatoria.

7. The Sprawl

sabato 7 novembre @ Sala Gialla
La prima volta nel suolo italico per Mumdance e Logos con Shapednoise a chiudere il trio più potente di tutto il C2C15.
Remote incursioni neo-grime della scuola britannica vengono sepolte da strati noise tecnoidi. Tre corpi distinti, una fisicità sonora unica, inarrestabile.

Foto: Club to Club Festival

(Piero Merola, Giacomo Lepori)