Scisma, Monk, Roma, 24 ottobre 2015

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Se ci doveva essere un finale degno per la storia degli Scisma, il live romano che si è tenuto al Monk sabato 24 ottobre è stata la serata perfetta e splendida conclusione di questa reunion di una delle band italiane più attese dalla fine degli anni ’90. Un concerto partecipato dall’inizio alla fine: sarebbe banale concentrarsi solo sul pubblico, perché lo spettacolo è stato anche vedere i sorrisi e le facce felici di coloro che erano sul palco. Gli Scisma sono da subito sembrati in piena forma ed hanno dimostrato che non s’è trattato di una reunion senza senso. Se oltre a un EP e un tour di quattro date, ci aggiungiamo che tutti i brani del vecchio repertorio sono stati rielaborati e riarrangiati ci si rende conto della serietà della band.
S’inizia e si riparte da dove s’era interrotta la storia, con quella “Good Morning” che chiudeva alla perfezione il secondo disco “Armstrong” e altrettanto bene da il via a questa lunga esibizioni carica di emozioni e sorrisi. A seguire si torna al presente con “Mr. Newman” che dal vivo acquista più efficacia e impatto, fattore questo che si noterà anche negli altri nuovissimi brani proposti. Ma ovviamente i momenti più attesi e che infiammano maggiormente il numeroso pubblico del Monk sono quelli ormai “classici” del repertorio Scisma. Ed ecco quindi “Giuseppe Pierri”, “Troppo Poco Intelligente” e “Tungsteno” che sono intervallati da un’acclamatissima “L’innocenza”. La dinamica a due voci (quelle di Paolo Benvegnù e Sara Mazo) funziona come ai vecchi tempi e gli arrangiamenti sono sempre ben articolati, riuscendo a rendere attuali anche i brani di quindici anni fa. I colpi al cuore non sono finiti: oltre a “Centro”, eseguita poco prima dei due bis concessi, ecco “L’equilibrio”, “Simmetrie” e la tanto attesa “Rosemary Plexiglass”, con il finale affidato a “L’universo”. Un finale felice per una storia musicale bella e ricca di emozioni.

Francesco Melis