MY DRUNKEN HAZE, “My drunken haze” (Inner Ear, 2014)

mdhI My drunken haze nascono in Grecia nel 2010, ma la formazione si rende completamente operativa nel 2012.
L’attitudine è quella nu-psych con reminiscenze garage ‘60s e incidenze lisergiche di vario tipo.
In effetti loro stessi recensiscono perfettamente il loro primo album omonimo, che ha visto la luce alla fine del 2014.

Quello che manca allora è il parere dell’ascoltatore.

“My Drunken Haze” dice già tutto dal titolo: è disco ubriaco e instabile, nato per raccontare i sentimenti e le emozioni a diversa intensità di una ragazza, dall’amore alla perdita, alla separazione. Un’esperienza che parte a bomba per poi ripiegarsi in un down dai toni riflessivi. E in effetti l’album è diviso in due parti.
La prima parte, sopra le righe e le nuvole, si sviluppa leggera, frivola, allegra nelle applicazioni garage stile The Electric Prunes fusi al brit-pop delle Elastica.
La seconda parte invece, più vicina a rantoli mentali, è riflessiva, ma anche un po’ dispersiva e informe, da Spacemen 3 senza elettricità o Organs alleggerite del basso wave.

Ecco, forse per un primo album anche una semplice duplicità d’intenti può risultare troppa.
Se si fermavano alla prima parte era meglio.

49/100

Elisabetta De Ruvo