SOHN, “Tremors” (4Ad Records, 2014)

homepage_large.0540a56dScrivere del disco d’esordio di SOHN non è facile. Il motivo principale è che sebbene questo “Tremors” sia sì il suo primo disco, in realtà il ragazzo londinese che di nome fa Toph Taylor ha già sparso da tempo le sue cose in giro: piccoli ep, singoli, remix e produzioni di qua e di là che hanno cominciato a far sollevare piano piano il brusio delle sentenze degli addetti ai lavori. Non è che SOHN lo si aspettasse letteralmente al varco, ma c’era voglia di sentire qualcosa di un po’ più lungo dei pezzi molto ben confezionati come “The Wheels” e “Bloodflows”.

Ed eccoci tutti accontentati: esce ora “Tremors”, il suo primo disco, anticipato dalla firma con la 4AD e dall’inconsueta – “inconsueta” è dire poco – decisione di lasciare Londra per trasferirsi nella più tenue Vienna. E fatta la tara dei paragoni altisonanti vociferati di recente (James Blake! Thom Yorke! Pim pum fuochi d’artificio!), meglio presentare il disco per quello che è: un mescolone di elettronica, soul, r&b e pop. Una cosa talmente sentita e risentita che ormai ci esce dalle orecchie, e che a parte alcuni casi rarissimi non presenta quasi più nessun motivo di sopresa e gradimento.

Quello che si ascolta insomma non è proprio niente di che, fatta eccezione per qualche singolo davvero  riuscito – oltre a “The Wheels” e “Bloodflows” che come già detto conoscevamo già: è il caso di “Light”, in cui i suoni ciccioni finalmente si asciugano e la voce non si arzigogola come nel resto dei momenti vocali dell’album. Certo, nemmeno questa scelta delle canzoni più asciutte è la scoperta del secolo, ma almeno musica e voce sono più al loro posto.

Insomma, in questo esordio SOHN ha mancato prima di tutto una cosa: mettersi a fuoco. Spesso i dischi d’esordio sono sinceri, puzzano di sudore e purezza, nel bene e nel male e con i loro limiti. “Tremors” invece, forse anche per il fatto che paradossalmente arriva un po’ troppo tardi – dopo tutti i lavorini di remix, produzioni, singoli, ep – rimane una cosa indecisa, a tratti anche insipida, da ascoltare senza troppe pretese.

65/100

Enrico Stradi