dEUS, Roma Vintage, Roma, 5 luglio 2012

Diavolo di un Tom Barman. Quasi pare non invecchiare mai, a parte qualche inevitabile ruga. A ben vedere questa notevole capacità di farsi trovare in piena forma sul palco, dopo tanti anni di carriera, ce l’hanno un po’ tutti i dEUS. Il risultato è stato uno spettacolo intenso e pieno di emozioni. La data romana, all’interno dello spazio Roma Vintage, non ha certo deluso. Anzi, in alcuni momenti si è andati ben oltre ogni più ottimistica aspettativa.

La band belga ha snocciolato in più o meno un’ora e mezza parecchi brani degli ultimi dischi (quelli della “seconda vita” dei dEUS), senza però togliere spazio ad alcuni applauditissimi momenti direttamente dagli anni ’90. Intanto balza agli occhi (e alle orecchie) come la vena compositiva del gruppo sia rimasta bene o male integra con il passare degli anni: il livello qualitativo risulta comunque sempre alto. Ne sono la prova gli ultimi due dischi, pubblicati nel giro di pochi mesi. “Keep you close” e il recentissimo “Following sea” non saranno il non plus ultra, ma sono sicuramente due lavori di qualità.

Il concerto parte spedito con “The architect”, per poi lanciarsi nelle canzoni più recenti come il nuovo singolo “Quatre mains” che rappresenta una novità linguistica (è il primo pezzo scritto in francese) nel repertorio del gruppo. Uno dei primi sussulti arriva con “Instant street”, accolta con un boato e presentata in una versione con un crescendo strumentale che conquista definitivamente tutto il pubblico. Colpisce, anche dal vivo, l’attacco quasi “sinfonico” di “Keep you close”. Man mano che si arriva alla parte centrale del concerto ecco fra gli altri “Sister dew”, “Little arythmetics” e la nuova “Ghost”. Il finale è affidato ai grandi classici “Suds and soda” e, per il richiestissimo bis, “Hotellounge (be the death of me)”.

Francesco Melis

12 luglio 2012

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