Brunori Sas (+ Frei), Barrumba, Pinarella di Cervia (RA), 6 Aprile 2012

“Benvenuti a questa Via Crucis musicale. Siamo così noiosi e tristi, che vi verrà voglia di andare tutti al bar”. Così si presenta Dario Brunori al pubblico del Barrumba di Pinarella di Cervia per il primo della serie di eventi “Bitch Party”, (quasi) senza baffi. La Brunori Sas in versione acoustic trio è in tour da qualche settimana per presentare i nuovi brani compresi nella colonna sonora di “E’ nata una star?”, film che ha fatto conoscere la musica del talentuoso Brunori ad un pubblico più vasto. Con tanta voglia di divertire e divertirsi (come testimonia l’abbondare dei virgolettati qui di seguito), il cantautore cosentino è apparso in grande forma.

Ad aprire la serata, Frei Rossi presenta alcuni brani dal suo primo lavoro solista “Sulle Tracce Della Volpe”, uscito nel novembre scorso. Parte un pò timido il giovane di Bagno di Romagna mentre il Barrumba incomincia a riempirsi; il suo stile intimista alterna ballate agrodolci a brani più leggeri ed è arricchito dagli arrangiamenti di Dario Giovannini alla chitarra elettrica. Nella mezzora di set oltre alla title track del disco spiccano “Ombre Di Luna” e “Spacco L’Ufficio”, non a caso in concorso al Musicultura di Recanati e in finale a Libera La Musica il 28 Aprile a Modena.

Neanche il tempo di prendere da bere che Brunori è già sul palco, accompagnato dai “maestri” Mirko Onofrio (svariati fiati e percussioni) e Dario Della Rossa (tastiere e cori). Si lancia da solo in “Il Pugile” per poi scherzare con il pubblico – “Questo qua davanti pensa di essere ad un concerto dei Cannibal Corpse!”. Presenta una canzone “per acchiappare il pubblico delle teenager”: “Lei, Lui, Firenze” racconta la bella vita e l’amor di gioventù alla maniera di Gino Paoli. Per tutto il concerto Brunori stuzzica il pubblico venuto per ballare e se ne esce con trovate da strapazzo, citando “i grandi del passato” con la sigla di Beverly Hills 90210 e “Non Amarmi”, Roberto Giacobbo e Piero Angela, Massimo Ciavarro e Franco Califano. Le canzoni non sono da meno in quanto ad ironia ma raccontano l’Italia più vera e meno sorridente, quella della gente comune, come faceva il conterraneo Rino Gaetano. La scaletta del resto predilige i pezzi di “Vol. 2 Poveri Cristi”, l’opera della maturità che lo avvicina al novero dei grandi cantautori della tradizione italiana quali De Gregori, Bennato, Ciampi.

Tra le nuove, “Cuore a Pellet” è “il singolo per l’estate”, uno stomp-blues pieno di non sense in medley con “Il Suo Sorriso”, in cui si sente anche un pò più di Lucio Battisti. Anche “L’Asino E Il Leone”, stavolta “un pezzo svuota-pista” molto efficace; peccato non ci sia stato spazio per “Amore Con Riserva” che descrive appieno il velato retrogusto amaro di “E’ nata una star”. Un’ovazione accoglie “Italian Dandy”, piccola presa in giro della moda bohemienne e dei Baustelle che ironicamente apriranno le danze post-concerto; seguono il walzer all’organetto de “La Mosca”, “brano per il contatto umano, per le feste alla scuola media” e una “Animal Colletti” molto sofferta, un saliscendi vertiginoso del trio che fa il casino di un’intera orchestra malgrado i volumi non perfetti. “Come Stai”, ritmo caraibico e xilofono, la canta più il pubblico di Brunori e riporta un pò di calma prima di “Rosa”, stravolta in una nenia drammatica accompagnata dal battimani generale. Nel bis un grande omaggio a Lucio Dalla e la splendida “Guardia 82”, pezzo di cabaret con assolo di sax che paga pegno al grande soul degli anni sessanta. Alla fine, il Nostro si ritrova a fianco della temuta pista da ballo (“sono il Prince italiano, un ballerino al livello dell’ippopotamo della Lines!”), a firmare autografi e fare fotografie. Avanti così Brunori!

(Matteo Maioli)

17 Aprile 2012

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