Francesco Marchesi Awards 2011

CLASSIFICA ALBUM 2011

1. James Blake, “James Blake”
Genio minimalista e… commerciale. Ascoltare gli EP’s del 2010 ed il recente “Love What Happened Here” per un saggio della sua vena più sperimentale. L’album essenzialmente inventa un genere.

2. Atlas Sound, “Parallax”
Non vince perché, con gruppo o senza, non può vincere tutti gli anni. Basso profilo, ispirazione, suono liquido ormai riconoscibilissimo. Il capolavoro solista di uno dei grandi dei nostri tempi.

3. Burial, “Street Halo EP”
Non vince perché è un EP. Comunque in classifica perché trattasi di materiale scottante. L’ultimo estremista dubstep, ancora più silenzioso, urbano, poetico.

4. Real Estate, “Days”
Si poteva fare molto meglio, dopo l’ipnotico esordio. Per il capolavoro c’è tempo. Questi comunque sono in grado di scrivere canzoni, mestiere antico, complesso, nobile.

5. The Weeknd, “House Of Baloons”
I James Blake dell’hip-hop, gli XX del soul, i Burial della black music. Ossessioni sessuali e produzione qualitativa, ma appena accennata, mai sopra le righe. Clamoroso esordio.

6. Horrors, “Skying”
Un primo posto annunciato, prima o poi. Miglioramenti continui, suono in evoluzione, album che crescono dopo ogni ascolto. Il gruppo adolescenziale più denso e profondo che si sia mai visto.

7. St. Vincent, “Strange Mercy”
Da un certo punto di vista la delusione dell’anno. Qui veramente doveva scapparci il capolavoro. Un gran disco come i precedenti, ma forse il pop disturbato di Annie non svolta più.

8. The Field, “Looping State Of Mind”
In un mondo perfetto The Field sarebbe famoso come David Guetta (o meglio, sarebbe al suo posto). Ballabile, ma senza esserne ossessionato. Scarica elettrica.

9. Panda Bear, “Tomboy”
Album di transizione, seguente all’incredibile “Person Pitch”. Un po’ più oscuro, un po’ meno floreale. Se volete sapere qualcosa della musica di oggi continuate a digitare Noah Lennox.

10. The Drums, “Portamento”
Non solo “Let’s Go Surfing”. Altro ottimo album. Qui più Smiths che Beach Boys, ma del resto, sono sempre stati meno estivi di quel che si pensa.

11. Gang Gang Dance, “Eye Contact”
Scoperta dell’anno. Tamarri, grezzi, volgari, commerciali, insultanti. Synth-pop con la fiamma ossidrica. Tutto ciò in cui non ho mai creduto. Grandissimo, grandissimo disco.

12. Kode9 And The Spaceape, “Black Sun”
Lo stile e la grazia molto particolare di The Spaceape. Kode9 che ammorbidisce il suono, rendendolo maggiormente fruibile. Padri nobili di un mondo in rapida commercializzazione. I censori della dubstep. Catoniani.

13. PJ Harvey, “Let England Shake”
Francamente, può fare quel che vuole. Adesione acritica.

14. Toro y Moi, “Underneath The Pine”
Se effettivamente la chillwave esiste come categoria non puramente estetica, loro ne sono i campioni.

15. Washed Out, “Within And Without”
Più esposto alle critiche del precedente, anche perché maggiormente paradigmatico dell’etica “nostalgica” propria di questo non-genere. Disco riuscito.

16. Fleet Foxes, “Helplessness Blues”
Bene, bravi, bis. Per carità. Piacevoli, molto, ma non sono Neil Young.

17. Radiohead, “The King Of Limbs”
Buon disco, cioè per i Radiohead disastro. Ma soprattutto per la prima volta la sensazione che si stiano dedicando ad un intelligente intrattenimento per adulti. Perché non si mettono a fare clubbing?

18. The Pains of Being Pure At Heart, “Belong”
Revival contemporaneo. Più ’90 che ’80 adesso. Meglio il precedente pop da cameretta, che questo pseudo-noise caramellato. Come tutti i revival è subalterno alla moda, e questo è un problema.

19. Destroyer, “Kaputt”
Antonello Venditti nella New York di fine ’70. Groove e cantautorato. Atmosfere pitchforkiane quant’altre mai.

20. Suuns, “Zeroes QC”
Non ho ancora capito bene che cosa facciano, ma sono interessanti, questo è certo. Dark-funk?

CLASSIFICA CANZONI 2011

1. Atlas Sound-Te Amo

2. St. Vincent-Surgeon
3. Burial-Stolen Dog
4. Friends-I’m His Girl
5. The Field-Is This Power
6. Panda Bear-Slow Motion
7. James Blake-Unluck
8. Gang Gang Dance-Mindkilla
9. The Drums-Money
10. Real Estate-It’s Real

ALTRE CANZONI (in ordine sparso)

Cults-Abducted
Jay-Z & Kanye West-Otis
Battles-Sundome
The Strokes-Taken For A Fool
Radiohead-Feral
Lykke Li-I Follow Rivers
Smith Westerns-Weekend
Suuns-Armed For Peace
Tv On The Radio-Will Do
Twin Sister-Bad Street
The Weeknd-Loft Music
Yuck-Operation
Zomby-Natalia’s Song
Youth Lagoon-Afternoon
Holy Other-Touch

ARIEL PINK’S CORNER (ovvero album che, inspiegabilmente, piacciono a tutti)

Bon Iver, “Bon Iver”: Il nuovo principe indiscusso di questa categoria (anche meglio dello stesso Ariel). Folk povero di idee e di contenuti ma incredibilmente ritenuto da moltissimi la novità rivoluzionaria del momento. Non sono in grado di chiarire il meccanismo che si cela dietro questa elevazione a nuovo santone, ma non penso, come alcuni, che l’anno sia stato così povero da non proporre niente di meglio. Tutt’altro. Justin poi, non è neanche un cattivo ragazzo, solamente un po’ irrilevante.

Fleet Foxes, “Helplessness Blues”: I Fleet Foxes sono bravi, forse molto, ma da sempre destano in me qualche perplessità. Che in realtà si riduce a tutto l’hype che li ha circondati fin dall’esordio. Ciò che non colgo è la ragione della loro supposta eccezionalità. Davvero un buon gruppo ma, per scrittura e, ancor di più, per suono, niente di trascendentale. E se fosse che, banalmente, possono piacere “a grandi e piccini”? Che con i Fleet Foxes si possono fare i soldi (entro certi limiti) mantenendo in fondo una certa dignità?

BARDELLI STRIKES AGAIN

Friends: “I’m His Girl” è una delle canzoni dell’anno. Loro sono talkingheadsiani frivoli, ma non pasticciano. Piccolo gioiello.

Computer Magic: Synth-pop agrodolce, e sonorità da Sega Mega Drive. Però mi piace, e questo è strano.

ALBUM SALVA-VITA DELL’ANNO

Avete un problema? La crisi morde? Avete di fronte una scadenza? Un esame? Una dura prova della vita? Mettete nel lettore un album degli Animal Collective e tutto andrà bene, empiricamente testato più volte. Quest’anno in particolare “Strawberry Jam”.

CONCERTI DELL’ANNO

1. Portishead @ Benicassim
Ridefinita per sempre l’idea di concerto.

2. Primal Scream @ Benicassim
Entrati nel mio personalissimo olimpo dopo questa esibizione. Esperienza di vita.
3. James Blake @ Primavera Sound, Barcellona
Rigoroso.
4. PJ Harvey @ Primavera Sound
Più che un concerto, una manifestazione divina.
5. Animal Collective @ Primavera Sound
La gioia di vedere gente in apparenza da discoteca esaltarsi per loro. Universi paralleli.

ADDII DELL’ANNO

R.E.M.: Forse il gruppo che ho amato, ed amo, di più.
Lucio Magri: Intellettuale movimentista ma rigoroso. Binomio del tutto peculiare.
L’Inter del Triplete: Eh vabbé. Stiamo, del resto, ancora assaporando completamente…

LETTURE DECISIVE DELL’ANNO (nel bene e nel male)

NARRATIVA:

M. Houellebecq-Le particelle elementari: Successo commerciale certo, ma ti cambia il modo di pensare. In peggio ovviamente.
T. Pynchon-Vizio di forma: Irritante, sia nello stile che nel contenuto, come al solito. Ma interessante quadro, dall’interno, sulla cultura californiana.
N. Mahfuz-Miramar: La scoperta di un grande del novecento. Nessuno come lui al confine tra realismo ed utopia, privato e pubblico.

SAGGI (FILOSOFIA, STORIA, POLITICA):

L. Althusser et al.-Leggere Il capitale: Non si dovrebbero citare cose di cui ci si occupa a livello “scientifico”. Qui però non tanto per il contenuto, quanto per la rilevanza di un modo dimenticato di fare filosofia.
P. Anderson-Il pensiero inseparabile dal movimento di massa (Articolo uscito sul Manifesto il 1 Dicembre): Ennesima testimonianza della capacita di questo storico di corredare di fulminanti intuizioni anche scritti d’occasione. Ennesimo idolo con un piede nella fossa.
S. Hessel-Indignatevi!: Ok banale, ma curioso caso di new sartrism, per molti aspetti fuori dal tempo.

(Francesco Marchesi)

30 dicembre 2011

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