Planet Funk, Anfiteatro Graziani, Alghero, 19 agosto 2011

Vedere i Planet Funk dal vivo può confermare una certezza. Ovvero che la band napoletana sia un gruppo, per così dire, “trasversale”. In primo luogo da un punto di vista artistico: i Planet Funk nei loro dieci anni di carriera hanno saputo riassumere con la loro musica due culture assai diverse e altrimenti inconciliabili, come quella del rock e quella della disco più commerciale. In realtà a sentire il gruppo in concerto ci si accorge che è in risalto soprattutto la parte rock o electro pop. In secondo luogo possiamo forse parlare di trasversalità geografica, dato che i Planet Funk, pur essendo tutti italiani, hanno sempre agito come una band di respiro europeo, tanto che la voce è sempre stata affidata a cantanti di madrelingua inglese.

Il concerto tenuto all’Anfiteatro Ivan Graziani di Alghero avrebbe dovuto suscitare parecchia curiosità per una serie di motivi: per esempio il nuovo cantante, Alex Uhlmann, che debutta in questo tour e che ha partecipato alla registrazione del nuovo disco “The great shake”, che uscirà a fine agosto. Inevitabilmente dunque la scaletta è incentrata anche sul nuovo lavoro con ben sei pezzi presentati in anteprima al pubblico. Ma se sulla carta questi elementi potevano essere fonte ulteriore di richiamo ed interesse per il pubblico, così non è stato per la data algherese (e a quanto pare nemmeno per quella a Cagliari del giorno prima). Ad Alghero i presenti saranno stati in totale non più di quattrocento. Il motivo di questa debacle non può essere solo addebitato alla pigrizia del pubblico isolano. La quasi nulla promozione del concerto da parte degli organizzatori ha contribuito in larga parte a questo flop. Un inspiegabile sadomasochismo organizzativo, insomma. Flop che però è stato limitato solo all’ambito strettamente numerico.

I Planet Funk infatti hanno comunque suonato per quasi un’ora e mezza senza mai risparmiarsi sul palco, incantando i pochi fortunati presenti. Oltre a dare un assaggio del loro futuro più prossimo con i brani di “The great shake”, il resto del concerto è stato un vero e proprio “best of” con gran parte dei singoli rielaborati. Le nuove versioni dei vecchi pezzi si devono probabilmente anche al diverso timbro vocale dell’attuale cantante rispetto a Dan Black. Quasi all’inizio una quasi irriconoscibile “Lemonade” sottolinea questo nuovo corso. Nel proseguo del concerto si apprezzeranno meglio anche altri episodi rivestiti di nuovo, come gli acclamati e ballati “Inside all the people” e “Who said”. Tra le nuove canzoni spicca invece il singolo “Another sunrise”, preludio a un nuovo album che traccerà sonorità ricche di tastiere new wave dai forti echi 80s. Non manca un pensiero per le vittime del Pukkelpop, alle quali viene dedicato propri uno dei nuovi brani. Spiccano anche “Stop me” e “Come alive”, mentre i richiestissimi bis sono affidati al trittico di “Chase the sun”, “The switch” e “Peak”. Un ottimo concerto, purtroppo per poche persone.

(Francesco Melis)

24 settembre 2011

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