IKEA-POP vol.10 – Electro DecadAnce

Nelle discoteche più importanti di Stoccolma e Goteborg l’accesso è riservato agli over-25 o nei casi migliori agli over-23. Diversa la situazione più a sud, nella multietnica Malmö dello Slagthuset, il club più grande di Scandinavia. Nessuna restrizione invece nelle serate che ospitano concerti o tappe svedesi di tour europei e internazionali, senza eccezione per i nomi più dance. Se questa sia una causa o una conseguenza di una cultura del dancefloor con poco seguito rispetto ad altri paesi europei, non ci è dato sapere. Basta spostarsi nella vicina Danimarca per comprendere la differenza.
Eppure, come appurato in parte nei precedenti volumi di Ikea-Pop parlando dei vari Familjen, Smågsalklubben (Ikea-Pop vol.1) , Tough Alliance, The Embassy (Ikea-Pop vol. 6), Kleerup fino alla più commerciale Robyn (Ikea-Pop vol. 9), l’elettronica resiste.

Si pensi a producer quali Adam Beyer (myspace), Joel Mull (myspace), Cari Lekebusch (myspace), i guru della techno svedese anni ‘90, esportata con buoni frutti all’estero nel relativo disinteresse della madrepatria.
O a Henrik B, sempre da Stoccolma ma più house-oriented nell’aprire idealmente la strada alla Swedish House Mafia, collettivo dance composto dai pallini scandinavi di Pete Tong, – Steve Angello e Sebastian Ingrosso – da Eric Prydz (quello di “Pjanoo” – youtube -, esplosa in Italia l’estate scorsa) e dal più popolare Axwell, protagonista di infiniti remix per singoli di gente come Madonna, Moby, Hard Fi, Faithless, Bob Sinclar e colpevole anche lui di un tormentone, nella fattispecie “I Found You” – youtube.

Passando bruscamente a territori meno pop e sonorità da anomalo dancefloor svedese sarebbe un delitto non menzionare in cima alla lista gli Studio (myspace), duo di Goteborg che rappresenta probabilmente quanto di meglio sia stato recentemente esportato dalla Svezia, senza distinzioni di generi e filoni. I due sfuggono effettivamente a una definizione attendibile. Non a caso qualche tempo fa sul loro myspace si definivano Experimental/AfroBeat/Pop. Provando a rendere l’idea, la loro electro lanciata dall’ottimo esordio costituisce un incredibile ponte tra balearic, funky e kraut in atmosfere prevalentemente anni ’80. La Rough Trade li ha menzionati tra le 10 novità più significative del 2007. Peraltro consigliatimi personalmente da Glenn Johnson dei Piano Magic nella classica discussione sulle novità discografiche, definendo il primo LP “West Coast” (youtube) il miglior album dell’allora 2007. Hanno fatto seguito “Yearbook vol.1” tra riadattamenti e inediti quali “No Comply” youtube e “Yearbook vol.2” (medley di estratti) in cui è emersa la buona vena di Dan Lissvik e Rasmus Hägg per remix più o meno accomunabili alle loro sonorità (Kylie, The Rubies, Love Is All o gli Shout Out Louds di “Impossible” da cui il video). La risposta indie-swedish al norvegese Lindstrøm. Imperdibili.

 

Addentrandosi in situazioni meno festaiole, tra i nomi nuovi del sottobosco sintetico svedese spicca certamente Alex Willner, meglio noto come The Field (myspace). La sua techno sognante e vellutata ha reso l’LP d’esordio, “From Here We Go To Sublime” – lanciato da “The Little Heart Beats So Fast”, youtube – uno degli album più interessanti del 2007. Direttamente dal sud della Svezia, poi trasferitosi nella capitale dove si divide tra l’attività di producer e di commesso nel Systembolaget, negozio statale con il monopolio su tutte le bevande alcoliche. Remix per Thom Yorke (“Cymbal Rush”- youtube) Gui Boratto, 120 Days e il fenomeno electro-pop nazionale Familjen, The Field è tornato con “The Sound Of Light”, EP in quattro atti (“Morning”, “Day” “Evening” e “Night”) che ha confermato le sue doti di manipolatore di beat e basi su impagabili atmosfere dreamy.

The Field – Everday



 

Il collegamento viene spontaneo con un altro producer per il quale The Field è stato assoldato, ovvero Andreas Tilliander (myspace), divoratore di musica glitch, non a caso a lavoro sotto Mille Plateaux, la label delle “Clicks and Cuts Series”, alterna techno di facile presa pop, spigolose destrutturazioni IDM.

Andreas Tilliander – Back To The U.S.A.


Un nome che invece ha saputo accompagnare un successo nazionale a un successo estero, è certamente Tomas Andersson (myspace), originario di Luleå, estremo nord-est, prima dell’inevitabile trasferimento a Stoccolma. Esploso con il singolone “Washing Up”, remixato con successo dal re-mida dell’electro-dance Tiga (youtube), è passato sotto BPitch Control nel 2003, guadagnandosi le attenzioni di due dei nomi più in vista dell’etichetta tedesca, Ellen Allien che ha remixato la sua “Numb” (youtube) e i Modeselektor, furbi campionatori dello stesso brano riadattato in “RaveAnthem”. Parte della sua notorietà tra gli ascoltatori meno specializzati è dovuta all’inserimento di “Happy Happy” nella playlist di Thom Yorke al Thumbs Down webcast (youtube, minuto 3:45)del novembre 2007 in cui i Radiohead presentarono “In Rainbows”.

Tomas Andersson – Washing Up

 

Come dimenticare poi i Covenant (myspace), il trio svedese più longevo e più popolare nelle elite underground anglosassoni in un’ottica wave. Per i cultori delle sonorità sospese tra synth-pop e una tendenza affine agli anni ’80 della EBM, testimoniata dal classico “Call The Ships To Port” – youtube. Si continua a parlare della band di Helsingborgs, sud-est della penisola, perché dopo il sesto album “Skyshaper” (2006) con cui sembravano aver recuperato l’energia dell’esordio “Sequencer” di dieci anni prima, è in cantiere il settimo LP, “Modern Ruin” del quale è possibile conoscere qualche estratto nel video youtube apparso un mese fa sul sito ufficiale. Sembrerebbero deviare verso un elettronica altrettanto cupa ma ambientale, piuttosto lontana dal precedente ed efficace revival delle atmosfere care a Human League e Depeche Mode, da cui questa versione live di “Ritual Noise”.

 

Per chiudere con un clima di cazzeggio più in linea con l’attitudine indie-pop dominante, meritano una segnalazione i Pacific! (myspace) neanche a dirlo di Goteborg, che sulla scia dei concittadini Air France e Studio mettono su uno di quei minestroni tenuti su da una base electro, molto votata all’electro-dance nel loro caso. Le influence su cui giocano i due svariano dal surf alla psichedelia anni ’60 passando per il soul, la cold-wave, il french-touch e ovviamente il synth-pop. Influence emerse platealmente nel singolo dell’esplosione “Hot Lips” (youtube) e piacevolmente riconfermate nell’esordio sulla lunga distanza dell’anno scorso, “Reveries”, da cui l’incontenibile “Number One” del video che segue.

(Piero Merola)

 

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