Italia Wave 2008 (Livorno) – 19 luglio 2008

19 luglio 2008 – La giornata

Chemical Brothers

Chemical Brothers invadono Livorno come i Pink Floyd nell’89. Non va in scena Italia Wave piuttosto il concerto del duo di Manchester la gente arriva solo per vedersi quello e pare un happening raduno discotecaro con tanto di fibrillazione da rave. Poche volte si è respirata una tale esaltazione, forse per i 2Many Dj’s ma si era sempre in spazi ristretti: l’orda di persone che si è riversata invece allo stadio cerca di ballare ma, trovandosi senza spazio vitale, finisce col pogare. “Hey Boy Hey Girl!” fa lo stesso effetto di una “Killing In The Name”, i Chemical come i Rage, insomma. Gli effetti speciali sono smisurati, gigante è lo schermo dietro di loro che fa volteggiare e fluttuare le immagini più disparate con taglio ovviamente psichedelico: clown, elefanti, boschi, planimetrie di cattedrali. E’ come essere al cinema, in effetti. Un concerto dei Chemical Brothers non è infatti un concerto nel vero senso della parola, non si sa cosa e quanto suonino perché l’impressione è che sia tutto un grande mix su cd e loro mimino di essere dei dj. In pratica non un live, ma un’esperienza visuale quasi prima che musicale.

Finalmente il pubblico delle grandi occasioni (foto Stefano Folegati)

Il resto del sabato di Italia Wave 2008 rimane certamente in secondo piano, ma assolutamente di rilievo è performance degli australiani Pivot, un denso magma strumentale tra Apparat e gli Holy Fuck, elettronica umanoide con testa e nervi. Inqualificabile il pubblico dei Fratelli Chimici che – mode Vasco on – non risparmia loro improperi: questi non sono i viaggiatori colti dell’ex Festival di Arezzo che imparano dalle scelte di Valenti a scoprire la musica degli angoli più remoti di questo simpatico pianetino, sono dei turisti dello sballo.

Coinvolgenti anche gli Speed Caravan, electro-rock orientale dalla Francia e dall’Algeria, che regalano all’auditorio pure una cover dei Chemical (“Galvanize”), mentre Amit Erez è un po’ stonato (amico dei Canadians?) ma etereo. Menzione speciale per i nostri figliocci Heike Has The Giggles, che quando ne abbiamo tessuto le lodi all’inizio dell’anno con una news fin troppo esaltata erano ancora sui palchi dei localini emiliano-romagnoli mentre ora sono sul Main Stage di Italia Wave. Non male. Replicano con convinzione la loro formula magica fatta di scazzo, grande potenza ed ironia. Non promossi: già laureati.

L’armamentario di Max Collini (foto Stefano Folegati)

In forma anche il professor Collini degli Offlaga Disco Pax pur in una più generale prova meno convinta del solito del trio di Reggio Emilia: meno pathos (sensibilità?) e troppe pause lunghe tra una canzone e l’altra. Gli Offlaga fuori da Reggio funzionano sempre ma forse non sono da sabato pomeriggio al mare. Prima di loro sullo Psycho Stage i Mojomatics che, rispetto a qualche mese fa, hanno aggiunto un bassista e sono passati istantaneamente dagli anni ’50 al punk. Un live energico e senza sbavature, anche se in formazione a due erano forse leggermente più originali.

All’inizio di questa avventura festivaliera ci chiedevamo se Italia Wave avrebbe trovato finalmente casa nella città labronica: il generale mutismo del pubblico alla domanda di Mixo lanciata dopo i Chemical come congedo non fa ben sperare. Ma quello non era il pubblico di Italia Wave, lo si è detto, dunque, se non casa, speriamo che Valenti abbia piazzato almeno un tendino qui a Livorno. A noi ci piace.

Heike Has The Giggles (foto Stefano Folegati)