MAGNOLIA ELECTRIC CO., Hard To Love A Man (Secretly Canadian / Wide, 2005)

Discorso controverso, quello legato agli Ep. Spesso sono un compendio di rarità che se da un lato soddisfano l’appetito mai placato dei fan, dall’altro non fanno altro che alimentare l’indifferenza di quelli cui non frega niente del prodotto in questione. Questa ennesima pubblicazione di Jason Molina non fa certo eccezione. E considerando quanto ci era piaciuto “What Comes After The Blues”, non possiamo che esserne interessati come il primo dei fan. Del resto, tra la pletora di dischi e progetti, la montagna di canzoni e pubblicazioni, ormai Jason Molina (sia esso Songs:Ohia, Pyramid Electric o Magnolia) è un mero prodotto per feticisti, esegeti dei cantautori americani nineties che non ne hanno mai abbastanza e si fiondano sulle ultime novità targate Molina come su quelle targate Oldham (un altro che pubblica dischi a colazione, pranzo e cena).

Appurato che ne leggerete bene, “Hard To Love A Man” conferma la solidità della proposta di Molina: un incisivo cantautorato rock, Neil Young d’annata mescolato alle depressioni folk dei tempi di “The Lioness” (2000) e addirittura certo Alex Chilton (“Doing Something Wrong” e la stessa “Hard To Love A Man” si portano dietro l’insegnamento di “Holocaust”, capolavoro di “Third/Sister Lovers” dei Big Star, 1978). Completano il lotto “Bowery”, ballata pianistica delicata ma non per questo melliflua; “31 Seasons In The Minor Leagues”, che oltre ad avere un titolo bellissimo e quasi emblematico della carriera dell’ex Songs:Ohia, si posiziona su coordinate sad-core che il Nostro sa ormai maneggiare con commovente emotività; e “Werewolves in London” di Warren Zevon, cantautore di culto recentemente scomparso (il bellissimo “The Wind” del 2003 come testamento), fedele all’originale come sentito omaggio. For fans only. Noi abbiamo la tessera.

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