ANT, Floating On The Breeze (Homesleep, 2002)

La scorsa estate Antony Harding degli Hefner era a Malmoe, Svezia, dove ha scritto e inciso sei timidi brani acustici, che non hanno molto a che fare con la musica suonata dal gruppo in cui milita.

Si è scelto il nome Ant e ha raccolto le canzoni in questo EP intitolato “Floating on the breeze”, che conquisterà chi si è innamorato delle atmosfere soffuse cantate dai Sodastream o
dai primi dischi di Belle and Sebastian. Gli ingredienti sono pochi, chitarre acustiche, una seziona ritmica poverissima, qualche tocco di una vecchia tastiera e, soprattutto, le canzoni scritte da Harding.

Chissà se sono stati i lunghissimi tramonti dell’estate svedese a donare ai brani quel profumo di dolce malinconia, quei colori pastello così intimi, perché le canzoni di Ant sono tanto semplici ed essenziali quanto incantevoli, hanno melodie cristalline e una sensibilità delicata.

Partendo dall’inizio si incontrano l’atmosfera spigliata di “Silence Has Broken”, una ballata tersa come “Floating on the Breeze”, la leggerezza di “Cry Your Eyes Out”, il prodigio acustico di “The Are Great Clouds in the Sky”, la deliziosa melodica che introduce “White Swans on the Water”, la conclusione in punta di piedi di “Blame It on the Language”. Con la sensazione che niente possa distruggere questa magia, perché come dice la traccia numero quattro “ci sono anche grandi nuvole in cielo, ma non ci danno alcun fastidio”.

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