SONIC YOUTH, Sister (SST, 1987)

Il successo (pur relativo) e la fama non addolciscono i toni del gruppo, sempre più deciso a intraprendere un’autostrada solitaria nel cuore della musica contemporanea.

L’approccio con la musica sperimentato in “EVOL” è alla base anche di “Sister”: ascoltare “Schizophrenia” per credere. Brano splendidamente sorretto dall’impasto di chitarre, al contempo soffici e spigolose, diviso in due strofe senza accompagnamento di ritornello, una cantata da Thurston Moore e l’altra dalla sua compagna Kim Gordon, “Schizophrenia” è il simbolo perfetto della maturità raggiunta dal gruppo, capace di giocare col proprio cliché e di rinnovarlo. Splendido, come il seguente “(I Got A) Catholic Block”, brano duro e incalzante, dall’andatura musicale quasi astratta, sempre sul punto di esplodere nel rumore, ma capace di trovare sempre una via di fuga.

“Sister” è probabilmente l’album più rock dell’intera produzione dei Sonic Youth, quello più legato al vecchio rock ruggente di fine anni ’60 e al movimento punk del decennio successivo. I brani suonano più accessibili ad un pubblico vasto (e infatti sarà il loro primo successo commerciale), e il suono appare più calcolato. Ciò nondimeno è proprio in quest’album che si trovano canzoni ardue come “Stereo Sanctity” e “Cotton Crow”, sfide all’uditorio, immersioni senza bombola d’ossigeno nel regno dei Sonic Youth, regno appassionante e incredibilmente distorto. Ed è proprio questa commistione di immagini, visioni e sensibilità, divisi fra la semplificazione del suono di “Hot Wire My Heart” e la complessità di “Pacific Coast Highway”, a rendere il prodotto ancora più seducente e appetibile.

Anche perché i quattro si dimostrano di volta in volta più intelligenti, spargendo la cultura (in questo caso la letteratura di Dick) come fosse semplice idiozia da gettare sul palco. Occorre parecchia fantasia e larghezza di vedute per comprendere la follia penetrante dei Sonic Youth, perché ciò che hanno da dire è difficile e mal si sposa con la facilità con cui viene definito spesso il rock. E quel che più conta è che “Sister” sarà il trampolino di lancio definitivo verso l’album capolavoro: dopo solo un anno sarà il momento del sogno ad occhi aperti, sarà il momento di “Daydream Nation”.

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