J. RAWLS, The Essence Of J. Rawls (Groove Attack, 2001)

Un altro produttore devoto al jazz. J. Rawls (of Lone Catalists) al primo album solista, come Jay Dee, gli Unsung Heroes, e naturalmente Dr. Dre. Il genere, però, è tutt’altro. E anche la fortuna. J Rawls è un produttore puro, un musicista abile e tecnico. Per fare un’opera propria però ha bisogno di un altro fuoco. In questo “The Essence of J. Rawls” manca questo fuoco. Il beat è valido, sia chiaro. Il mestiere c’è, è solido, e il parterre di MC lavora bene. Alla fine però è sempre lo stesso refrain. Un altro modo di fare underground, e un’altra denominazione di orginie americana. Columbus, Ohio. Se vi incuriosisce l’hip hop degli stati del sud, se siete collezionisti dell’hip hop alternativo quale che sia, procuratevi “The Essence”. Altrimenti, niente. Evitate “The Essence”, potrebbe deludervi. Potrebbe farvi arrabbiare, potrebbe annoiarvi. Anche se a essere onesti qualche numero ce l’ha, questo disco. Vediamo.
Ascoltando un lavoro di J Rawls sarete circondati da riff di piano e sax, da strani loop di batteria, da qualche passaggio d’archi. Può piacere, e piace, visto il curriculum. Ha collaborato a un paio di classici di casa Rawkus. Tra gli altri, ha prestato il suo beat nientemeno che per “Black Star”, della premiata ditta Mos Def e Talib Kweli. Bene, “The Essence” è tutt’altra storia. J. Rawls si assicuras i servigi di Charles Cooper, sassofonista. E accidenti, l’ultima traccia è una strumentale, un assolo di sax! Il resto dell’album è meno originale, ma lo spirito è quello. Tanti fiati, tanti riff di piano di sapore jazz… Fra gli MC gli unici di cui ho già sentito il nome sono Mr. Complex e J-Live, voci e liriche nel progetto degli Unsung Heroes. Per il resto, a garantire per J. Rawls c’è un marchio, Superrappin, e una label, Groove Attack. Per loro hanno inciso giovani talenti come i Lootpack, e nuove riscoperte come Phife Dawg. E J. Rawls. Basta? Okay, il singolo è “Check the Clock”, i pezzi migliori “Elegy” e “Lone Catalysts”. Se vi capitasse di ascoltarli vi fareste un’idea delle potenzialità di questo artista. E dei suoi limiti. Magari, se vi basterà la pazienza potrete apprezzare un intero album come questo. In giro per la rete ho letto commenti entusiastici. Sul suono, sull’innovazione, sull’esplosione di un fenomeno underground. Sarà… A me ha stancato presto, troppo lungo, troppo uguale. Chessò, magari un EP…

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