M.I.A. – “/ \ / \ / \ Y / \ (Maya)” (N.E.E.T. Recordings, 2010)

Dopo il notevole successo del precedente disco “Kala” e soprattutto dei singoli “Boys” e “Paper Planes”, molti aspettavano al varco questo nuovo lavoro di M.I.A. con la convinzione che avrebbe segnato il passaggio a una dimensione più mainstream. Niente di più sbagliato. “Maya”, questo il titolo del terzo album, si presenta con suoni ancora più ruvidi e oscuri rispetto alle altre due prove discografiche. A muovere le fila delle basi dei quattordici brani di “Maya” sono ancora una volta Diplo e Switch, che creano un impasto molto efficace composto principalmente da suoni electro ed hip hop. I due singoli che hanno anticipato il disco sembrano quasi uno l’opposto dell’altro. “XXXO” ha una classica struttura pop, uno dei pochi episodi dell’album che rimangono in testa al primo ascolto, con una ammiccante tappeto sonoro electro-dance. “Born Free” è invece un pugno nello stomaco, con un azzeccato campionamento di “Ghost rider” dei suicide e che alla batteria ha l’insospettabile cameo di Igor Cavalera alla batteria. Con ritmi pulsanti e suoni ossessivi il pezzo rende alla perfezione quello che è da sempre l’impegno politico e di protesta della cantante. Anche “Maya” come i due lavori del passato è un disco fortemente schierato che si scaglia prevalentemente contro le manipolazioni dell’opinione pubblica tramite la rete. Ed è forse per assecondare questo messaggio che M.I.A. ha voluto puntare su suoni così aspri e non facilmente assimilabili. A volte il risultato lascia quasi spaesati come in “Teqkilla” e “Steppin’ up”. E così accade anche in chiusura di album con l’urticante “Internet connection”. Da questo schema compositivo si allontano “It takes a muscle”, un brano più lento che ricorda in parte le atmosfere di “Paper planes” e la danzereccia “Illygirl”, assieme a “XXXO” il momento più ballabile del disco. Anche se l’effetto di stordimento al termine dell’album rimane, “Maya” lascia un’impressione senz’altro positiva. Siamo di fronte a un lavoro che non lascia spazio a compromessi, con temi forti e importanti. M.I.A. con la sua terza prova (evitando il luogo comune del terzo disco come quello della “maturità”) rimane ben ancorata all’underground musicale e ne viene fuori con una credibilità artistica ancora più forte.

(Francesco Melis)

10 settembre 2010

Collegamenti su Kalporz:
Caspiterina! – “E’ un pugno nello stomaco il nuovo video di M.I.A.” (03.05.2010)

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