Grigio Scarlatto, una top 7 alla scoperta di “T9”

È uscito il 19 aprile su Costello’s / Artist First il nuovo EP dei Grigio Scarlatto, un’uscita breve, composta da sole 4 tracce, fresche, vitali e immediata. Anticipata dai due singoli “Ahmed” e “Botias”, la release mette a fuoco un progetto musicale giovanissimo ma con le idee già molto chiare, con una narrazione molto personale sebbene inserita nella tradizione indie pop.

I Grigio Scarlatto si sono formati a Padova nel 2019 dopo un incontro quasi casuale in Piazza delle Erbe. Il sound del trio si colloca a metà tra l’indie pop e il rock più grezzo e spigliato,ma le influenze vengono dai generi più disparati: dal boom bap al funk “old school”, dal grunge al dreampop; il loro primo disco, “Antiuomo”, è uscito durante l’estate 2020. Nell’album tematiche cupe e introspettive legate alla prima fase di lockdown, si alternano a momenti di ingenua e sincera voglia di ripresa e liberazione.In seguito avviano un’intensa collaborazione col duo di producer “Exit Exit”, coi quali registrano e pubblicano “Naomi Osaka”. Poi arrivano “Botias” e “Ahmed” a inizio 2022 che anticipano “T9”.

Siamo andati alla scoperta della band a partire da 7 canzoni che ne hanno ispirato il percorso musicale

Incubus – “Dig”
Da sempre associo questo pezzo ad un sentimento di nostalgia. Ricordo che la prima volta che ho sentito il ritornello è stato folgorante. Gli Incubus secondo me incarnano alla perfezione l’atmosfera dei 2000 che ci ha ispirato durante la stesura dell’EP. Pur avendo letteralmente consumato il CD di Morning View, uscito 5 anni prima, credo che questo sia il loro pezzo al quale sono più affezionato.
(Giovanni)

VERDENA – “Loniterp”
WOW è stato il mio primo approccio ai Verdena. Da qui ovviamente mi si è aperto un mondo a me prima sconosciuto. Loniterp è il pezzo che fra tutti ho ascoltato di più, e che tutt’oggi continuo a mettere nelle mie playlist. Da brave scimmie terrestri abbiamo provato nel nostro piccolo ad ispirarci al sound di questo incredibile disco.
(Giovanni)

The Beatles – “Something”
Ammetto di aver cominciato l’esperienza Beatles abbastanza tardi… ma meglio tardi che mai. Abbey Road è stato per me un faro in un momento di perdizione totale e Something è una traccia che non smetterò mai e poi mai di ascoltare. Grazie George per questo evergreen. Ti voglio tanto bene.
(Giovanni)

GIALLORENZO – “Il metodo Pirindani”
Ricordo la prima volta che abbiamo sentito i Giallorenzo quasi a caso in un locale qui a Padova.
Aspettavamo qualcosa di tranquillo giusto per goderci la serata e invece hanno spaccato tutto. Ma proprio tutto. Dopo quella sera ci sono rimasto troppo sotto con questo disco e in particolare con questo pezzo che mi da quella sensazione di nostalgia che abbiamo ricercato durante la scrittura dell’ EP.
(Sotos)

Turnover – “Plant Sugar”
Band cazzutissima che si è messa a sperimentare sugli ultimi dischi con un sound quasi indie pop. Parte ritmica semplicissima però giusta per accompagnare quelle bellissime chitarre e quel “dreamy sound” protagonista del disco. Le linee di voce e di synth ci hanno fatto viaggiare. Questo disco è stato fondamentale per quel tocco “pop” che ci mancava e che cercavamo durante la quarantena.
(Sotos)

Remo Drive – “Strawberita”
Era un periodo un pò complicato, tra cuori spezzati, lockdown e voglia di andare altrove. Questa traccia mi è stata particolarmente d’aiuto, e nonostante la produzione un po’ fuori dall’ordinario ho messo in play questo disco almeno una volta al giorno per settimane. La versione in live session di Audiotree di questo disco è uno dei nostri video preferiti.
(Marco)

Franz Ferdinand – “The Dark Of The Matinee”
Ogni volta che sento il riff iniziale di questo pezzone mi viene voglia di prendere il basso e suonare (e di fare tanta festa). Avendo poi esplorato più nel dettaglio la loro discografia, posso dire che i Franz Ferdinand sono una grande influenza nel mio modo di suonare. E che sound!
(Marco)